Eventi

Alpini: 60° anniversario della morte del Beato Don Carlo Gnocchi (28 febbraio 2016)

BOLZANO 22 FEBBRAIO 2016 - Il prossimo 28 febbraio (con inizio alle ore 17.00) presso la Chiesa dei Domenicani di Bolzano, verrà officiata una Santa Messa organizzata dalla Sezione A.N.A. Alto Adige con la collaborazione dei Gruppi Alpini cittadini per celebrare la ricorrenza, particolarmente sentita per noi Alpini.

Alla liturgia, a cui prenderà parte il coro ANA di Merano, sono attese le massime Autorità civili e militari cittadine.

Don Carlo Gnocchi, venerato come beato dalla Chiesa Cattolica dal 2009, è una figura particolarmente importante per gli Alpini. Durante il Secondo Conflitto mondiale condivise come Cappellano Militare le esperienze belliche prima sul fronte greco/albanese e poi durante la campagna di Russia. [MORE]

In particolare, inquadrato nella Divisione Alpina “Tridentina”, prese parte al tragico ripiegamento del gennaio 1943, durante il quale fu costantemente impegnato ad alleviare le sofferenze dei soldati feriti e morenti, raccogliendone le preoccupazioni per i figli, vittime innocenti del conflitto e destinati a rimanere orfani.

Sopravvissuto al conflitto, ma profondamente segnato nell’animo dalle esperienze di guerra, si adoperò sia per portare conforto alle famiglie degli Alpini caduti in battaglia che per assistere i bambini rimasti mutilati o invalidi e a favore dei quali creò una rete di strutture tutt’ora attive in molte città d’Italia.

Affetto da un male incurabile morì a Milano il 28 febbraio 1956.
Trent’anni dopo la morte il cardinale Carlo Maria Martini istituirà il Processo di Beatificazione . La fase diocesana avviata nel 1987 si è conclusa nel 1991. Il 20 dicembre 2002 Papa Giovanni Paolo II lo ha dichiarato Venerabile. Nel 2009 il Cardinale Dionigi Tettamanzi annuncia che la Beatificazione avverrà il 25 ottobre dello stesso anno.


Don Carlo Gnocchi : “l’Alpino non è facile ad aprirsi e a fondersi. Ai primi contatti con una persona nuova si irrigidisce, come certi fiori selvatici delle sue montagne gelosi e irsuti.”