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All' Uniter di Lamezia Terme si discute di Corrado Alvaro e della sua ossessione per il cinema
LAMEZIA TERME (CZ) 1° GIUGNO - L’interesse ossessivo per il cinema domina il libro “ Corrado Alvaro.Una magnifica ossessione” scritto da Cristina Briguglio e Giovanni Scarfò e presentato nel corso di un incontro promosso dall’Uniter di Lamezia Terme, presieduta da Italo Leone. Dopo una esauriente introduzione da parte della vice presidente Costanza Falvo D’Urso, la coautrice Cristina Briguglio ha cercato di definire la figura di Corrado Alvaro, romanziere, poeta,giornalista, traduttore, saggista,drammaturgo, critico teatrale non professionista, autore di sceneggiature, soggetti e collaborazioni per il cinema, soffermandosi sul suo aspetto più sorprendente e meno conosciuto identificabile nella sua passione per la Settima Musa, vale a dire il cinema. «E di cinema scriveva tantissimo – ha commentato la relatrice – e lo faceva con un trasporto emotivo fortissimo.
Dalle riflessioni traspare l’Alvaro attento agli aspetti tecnici ed antropologici della scena cinematografica: la nascita di un soggetto e di una sceneggiatura, i rapporti e i tratti psicologici sono tutti elementi sui quali l’autore si sofferma con lo sguardo dell’antropologo e del sociologo». Lo scrittore di Gente in Aspromonte è stato testimone della nascita e del tramonto di mezzi, strumenti e stili comunicativi tra i più diversi imbattendosi nella nuova arte del cinema considerata un’arte meccanica che racconta la realtà incidendo sulla stupidità degli uomini e addormentando le coscienze. Pertanto il cinema altera la realtà che « al pari del teatro e della letteratura - ha spiegato la relatrice - ha come fine di illuminare la vita, lavorare utilmente alla formazione della società, intuirla e rispecchiarla». Il libro “ Corrado Alvaro.Una magnifica ossessione” apre ad una riflessione sulla cinematografia colta attraverso un centinaio di articoli e saggi che attestano l’ossessione di Alvaro per l’arte del cinema estremamente raffinata e pure rozza che assurge a nuova tragedia moderna senza mediazioni, né attenuanti. Insomma attraverso le recensioni, le cronache e gli articoli giornalistici , arricchiti di considerazioni e di aneddoti autobiografici, Alvaro indaga e mette in luce l’impatto che il cinema esercita sulle altre arti, sulle coscienze degli spettatori e sulla società.
Giovanni Scarfò, in linea con la coautrice Cristina Briguglio , ha sottolineato i punti più salienti dell’opera soffermandosi sullo studio e sulla riflessione di Corrado Alvaro intorno all’arte della cinematografia che cominciò a decollare nel periodo in cui lo scrittore sanluchese si era affermato come scrittore e giornalista. Il professore Scarfò si è cimentato nell’approfondimento del rapporto tra letteratura e cinema non sempre in sintonia, ha cercato di definire il concetto di fedeltà del cinema alla letteratura e fino a che punto talvolta la svilisce e ha posto l’accento sulle energie di Alvaro spese nell’ambito della cinematografia impegnandosi, per trent’anni, in un’ampia produzione come sceneggiatore connotata da una tale dedizione da diventare una vera e propria ossessione. Per tutta la vita Alvaro si è posto degli interrogativi sul valore del cinema, sul suo ruolo rispetto al testo scritto e sull’influenza della letteratura nel mondo senza però approdare ad una risposta certa ma consapevole di vivere in un’epoca affascinante e fiduciosa nella nuova arte del cinema. « Analizzando le sue riflessioni- ha chiarito Scarfò – abbiamo scoperto che, mediante Alvaro, si può attraversare tutta la storia del cinema e della profonda mutazione antropologica e culturale che la sua diffusione ha comportato nel corso del Novecento».
Foto- Briguglio-Scarfòù
Lina Latelli Nucifero