Cultura e Spettacolo
All’Uniter di Lamezia Terme si discute sul tema “Il chiaro e l’oscuro della comunicazione”
LAMEZIA TERME (CZ) 6 DICEMBRE - “Il chiaro e l’oscuro della comunicazione” è stato il tema sul quale ha relazionato Mirella Samele, già dirigente medico SerT( Servizio per la prevenzione, diagnosi e cura delle dipendenze patologiche e presidente dell’Associazione Culturale Alba, nel corso di un incontro promosso dall’Uniter di Lamezia Terme, presieduta da Italo Leone. La dottoressa Samele, prima di affrontare la complessa tematica della comunicazione, ha rievocato la sua inversione di tendenza da medico organicista a medico olistico, dalla malattia alla persona, avvertendo la necessità di mettersi in relazione con i tossicodipendenti, con cui ha lavorato, e spingerli a curarsi. « Spesso noi riduciamo la comunicazione alle parole ma solo il 5% è verbale, il resto è fatta di silenzi, sguardi, espressioni del corpo ed altro» ha affermato la dottoressa Samele analizzando la comunicazione in tutte le sue forme sia positive che negative ed evidenziando che essa, comunque, deve essere sempre consapevole.
«La comunicazione - ha continuato - è energia che ci permette di entrare in risonanza con l’altro, è nutrimento , arricchimento perché riceviamo dall’altro, ma può essere anche uno scambio tossico che inquina la nostra mente come alcuni cartelloni pubblicitari che vediamo nelle strade tra cui quello nero e sconcertante del Black Friday i cui termini , nel passato, indicavano la vendita degli schiavi in sconto di venerdì. Pertanto, spesso, la comunicazione diventa negativa». L’evoluzione tecnologica ha prodotto un cambiamento epocale che ha sminuito i valori della scuola e della famiglia a cui appartiene la responsabilità dei comportamenti dei ragazzi che dovrebbero fare un buon uso dei nuovi mezzi di comunicazione come il web, sempre pronto a darci informazioni, lo smartphone,detto il telefono intelligente, i social, internet, e saper discernere il positivo della rete dal negativo. Sono strumenti a doppio taglio poiché diventano manipolatori se non vengono usati in modo appropriato. « Se da un uso consapevole – ha ribadito Mirella Samele - passiamo ad un uso non consapevole, compulsivo, questi strumenti di comunicazione diventano droghe, causano patologie, dipendenze come la ludopatia da cui spesso dipendono non solo i ragazzi ma anche gli adulti tra cui delle casalinghe che giocano perfino con il Gratta e vinci». Perciò « dare uno smartphone a qualcuno, - ha precisato la dottoressa - è come dargli la cocaina che stimola alcune aree del cervello procurando la gratificazione che crea dipendenza con una serie conseguenze come le crisi di astinenza per la quale in ospedale sono stati ricoverati dei ragazzi».
La dottoressa Samele ha parlato pure della navigazione in internet che,a volte, è molto pericolosa perché si può impattare in siti pornografici, terroristici, di pedofili, che possono provocare effetti deleteri, specie nei bambini e nei giovani, i quali oggigiorno comunicano pure su Whatsapp, twitter , facebook attraverso un linguaggio siglato come tvb o simbolico come cuoricini gialli, rossi , verdi ed altro trascurando la lingua italiana che con il passare del tempo corre il rischio di essere dimenticata. Pesanti i risvolti di tali forme di comunicazione che portano alla solitudine, all’emarginazione, a forme depressive in quanto l’individuo, che ne fa uso, si chiude in una stanza o sta sul letto isolandosi dal resto del mondo senza più relazionarsi con gli altri. « A volte è capitato – ha puntualizzato la dottoressa - che qualche giovane ha rifiutato un futuro promettente perché non è riuscito a staccarsi dal computer dove giocava perfino di notte». Durante l’incontro è stato ricorrente il concetto di consapevolezza della comunicazione perché « dobbiamo essere presenti a noi stessi e come ci muoviamo oltre a comunicare con se stessi e con il proprio corpo» ha concluso la dottoressa Samele che ha voluto chiudere l’incontro con una frase ricevuta da un’amica: « Mi occorrono occhi che guardino, cuore che scruti, orecchi che ascoltino e una vita libera senza le mille forme di miopia di pregiudizio».
Foto: Mirella Samele
Lina Latelli Nucifero