Economia

Alitalia, sì unanime dei soci all'aumento di capitale. Cda pronto a dimettersi

MILANO, 15 OTTOBRE 2013 - In una nota diffusa da Alitalia si legge: «L’assemblea dei soci di Alitalia ha deliberato all’unanimità l’aumento di capitale di massimi 300 milioni da offrirsi in opzione ai soci in proporzione alla quota di capitale posseduta. I soci avranno 30 giorni di tempo dal 16 ottobre per sottoscrivere le azioni di nuova emissione». Immediata la reazione del Cda che – in un'altra nota – puntualizzano: «I consiglieri, in previsione del possibile mutamento degli assetti proprietari conseguente alla realizzazione dell'operazione di aumento di capitale, hanno manifestato l'intenzione di rassegnare le loro irrevocabili dimissioni dalla carica con effetto dalla data dell'assemblea che sarà convocata subito dopo l'esecuzione dell'aumento di capitale».

Tornando alla nota diffusa dalla compagnia aerea: «Ai soci che avranno sottoscritto tutte le nuove azioni di loro spettanza, spiega Alitalia in una nota, verrà concesso un ulteriore breve periodo di tempo che verrà stabilito da un apposito Cda per sottoscrivere eventuali azioni rimaste inoptate. Subordinatamente all’approvazione dei propri organi deliberanti, è inoltre previsto che Poste Italiane garantisca la sottoscrizione di complessivi 75 milioni dell’aumento di capitale rimasti eventualmente inoptati e Intensa San Paolo e Unicredit garantiscano la sottoscrizione di massimi 100 milioni dell’eventuale ulteriore inoptato».

Il via libera all’operazione è arrivato anche da Anche Air France, che attualmente detiene il 25% del capitale della ex compagnia di bandiera. Comunque sia anche la compagnia aerea francese ha 30 giorni di tempo per riflettere se sottoscrivere in maniera definitiva l’aumento di capitale. Tuttavia, i francesi, faranno le loro valutazioni prendendo in analisi il contenuto del Piano industriale, con particolare riguardo all’intervento di Poste e delle banche nel capitale, per il quale hanno chiesto garanzie a Stato e banche sull’indebitamento di Alitalia.

E l’intervento delle poste nella suddetta operazione – in queste ore – ha innescato delle polemiche sugli aiuti di Stato, soprattutto da parte del concorrente British Airways. A ciò si è aggiunta una parte della stampa estera, che ha accusato il Governo italiano di un ritorno al protezionismo. In particolare, dalle sue colonne il Financial Times, ha tuonato: «A Roma, il protezionismo industriale è tornato di moda». Immediata la replica di Palazzo Chigi, che ha sottolineato: «Non è protezionismo, ma il contrario, è un'operazione per arrivare a negoziare la fusione con un partner internazionale in condizione di spuntare risultati positivi». In merito, si è fatta sentire anche Bruxelles sottolineando che «solo dopo la notifica delle misure adottate saremo in grado di valutare la loro compatibilità con le norme Ue sugli aiuti di Stato». Per l’Iag, la holding che controlla British Airways, Iberia e Vueling: «Ci aspettiamo che la Commissione europea intervenga per sospendere questo aiuto manifestamente illegale. Siamo sempre stati contrari ad ogni forma di aiuto statale. È protezionismo, mina la competizione e favorisce quelle compagnie aeree in fallimento che non sono al passo con la realtà economica».

(Fonte: Ansa)

Rosy Merola [MORE]