Economia
Alcoa: sanzioni Ue saranno reinvestite nel Sulcis
IGLESIAS, 06 DICEMBRE 2012 - Ne aveva accennato Tore Cherchi, presidente della provincia Carbonia-Iglesias nell’importante riunione tenutasi ad agosto, alla vigilia dell’avvio del procedimento di chiusura, e Corrado Passera, ministro dello Sviluppo Economico, nell’incontro del 13 novembre.
Adesso è ufficiale: una parte degli introiti derivanti dalla sanzione dell’UE contro Alcoa per l’infrazione in materia di aiuti di Stato verrà investita nel “piano Sulcis”.
Lo si deve alla Commissione attività produttive del Senato su proposta dei senatori del Partito Democratico. Si tratta di 300 milioni di euro. Il Pdl si è opposto tramite l’emendamento del senatore Enzo Ghigo, che è stato bocciato.[MORE]
Il decreto, votato il 4 dicembre, è il 179/2012 e, ovviamente, interessa ogni situazione analoga che si sia verificata in Italia, come per lo stabilimento di Fusina.
Francesco Sanna, senatore e primo firmatario dell’emendamento sostiene che «il Piano Sulcis con queste risorse può iniziare a prendere corpo concretamente. Questa è un'opportunità da sfruttare». Ha poi illustrato la norma dicendo che «ad ogni restituzione delle sovvenzioni da parte delle aziende energivore costrette alla restituzione degli aiuti per l’abbattimento dei costi dell’elettricità, queste vengano versate al bilancio dello Stato e non alla Cassa Conguagli del settore elettrico». Ed ha concluso programmando: «ora non dobbiamo attendere un giorno di più perché emergano e si raffinino le idee ed i progetti imprenditoriali capaci di trasformare la crisi del modello economico del Sulcis in una opportunità di diversificazione del nostro modello di sviluppo. Cerchiamo capitali coraggiosi e invitiamoli a cimentarsi nel Sulcis Iglesiente».
Intanto non si placa la protesta dei lavoratori. Fiom annuncia due nuove manifestazioni a Cagliari e Roma perché, come puntualizza Roberto Forresu, «ancora non ci sono atti da parte della Regione per gli ammortizzatori sociali destinati ai lavoratori degli appalti». Si tratta, in effetti di un nervo scoperto della vertenza che non può passare in secondo piano.
(in foto: una fase della protesta del 13 novembre)
Marco Secci