Cronaca

Alcoa: continuano le proteste degli operai. Bloccato l'aeroporto di Elmas

CAGLIARI, 23 AGOSTO 2012 - Prosegue con sempre maggiore urgenza la protesta dei lavoratori sardi dell’Alcoa di Portovesme. Ieri mattina, dopo essersi riuniti in assemblea alle 5:30 del mattino davanti ai cancelli della fabbrica, in trecento tra operai e sindacalisti hanno marciato da Portovesme verso Cagliari. Il presidio ha occupato per alcune ore la rotonda che porta all’aeroporto di Elmas, ha bloccato il traffico creando molti disagi ai passeggeri in partenza e in arrivo. Alle proteste dei lavoratori si sono quindi unite quelle di coloro che hanno dovuto abbandonare l’auto sul ciglio della strada, per raggiungere a piedi l’aeroporto. Gli operai hanno cercato di spiegare i propri motivi distribuendo volantini, ma dopo poco più di due ore hanno dovuto abbandonare la rotonda.[MORE]

I lavoratori dell’Alcoa, l’unico stabilimento per la produzione di alluminio presente in Italia, attendono ormai da troppo tempo una risposta dal governo per evitare la chiusura dello stabilimento americano. Nel territorio del Sulcis molti lavoratori sono in cassa integrazione e la sempre più probabile chiusura dell’Alcoa porterebbe al licenziamento di 500 operai. La vertenza ha avuto inizio a gennaio quando l’Alcoa ha annunciato di voler ridurre del 5% la sua produzione mondiale, in Europa ciò porterebbe alla chiusura di uno dei due stabilimenti presenti in Spagna e dello stabilimento di Portovesme. Per il 31 agosto è previsto l’incontro che deciderà le sorti degli operai, ma i sindacati chiedono all’Alcoa di mantenere ancora aperta la fabbrica in attesa di un nuovo acquirente. Purtroppo la trattativa con il gruppo tedesco Aurelius è fallita, quindi ora si cerca un accordo con la multinazionale svizzera Glencore.

I sindacati non sanno più come gestire la situazione, la tensione è alta e per oggi è prevista una riunione del coordinamento sindacale delle Rsu per decidere le prossime azioni. “Non siamo più in grado di mantenere il controllo – hanno detto con preoccupazione i sindacalisti - Gli animi sono esasperati, basta una scintilla per far saltare tutto. Ogni momento è buono per tornare in piazza. Finora siamo riusciti a coordinare tutte le iniziative, ma i lavoratori non ce la fanno più: è come una pentola a pressione pronta ad esplodere”. Intanto il governo sembra poco interessato alle sorti degli operai e solo per martedì prossimo, alla fine della pausa estiva, è prevista la discussione della vertenza in Consiglio Regionale.

(foto da www.ilmanifesto.it)

Laura Lussu