Alassio continua a schierarsi con Don Luciano nonostante la condanna confermata pure in Appello


GENOVA, 23 NOVEMBRE 2011 - Ha ricevuto pure la visita del Vescovo Diocesano Mons. Oliveri, Don Luciano Massaferro l’ex parroco di San Vincenzo Ferreri e San Giovanni di Alassio, condannato nella tarda serata di venerdì dalla Corte d’Appello di Genova a sette anni ed otto mesi di reclusione per atti di libidine compiuti su di una chierichetta di appena undici anni. “Il nostro è stato un incontro in cui il padre ha incontrato uno dei suoi figlioli”, si è laconicamente limitato a dire il Vescovo della Diocesi di Albenga, nella cui giurisdizione ricade la cittadina savonese, quando, all’uscita della canonica in cui il condannato è rinchiuso agli arresti domiciliari, è stato avvicinato dai cronisti.[MORE]
Monsignor Olivero intimamente continua ad essere convinto dell’innocenza di Don Luciano nonostante i giudici di secondo grado abbiano confermato in tutto e per tutto la condanna già irrogata al sacerdote dai magistrati del Tribunale di Savona. Pure i molti fedeli di Don Luciano continuano a proclamarsi convinti del fatto che l’adolescente si sia inventata tutta la storia delle molestie di natura sessuale per protagonismo. Per loro, in fondo, più che una vittima è solamente una gran bugiarda.
Le maldicenze che buona parte della piccola Alassio ha, nell’ultimo anno, riservato alla chierichetta, che con le sue dichiarazioni ha dato il là all’inchiesta, hanno costretto quest’ultima, insieme a tutta la sua famiglia, ad emigrare abbandonando per sempre la “ Città del muretto”.
Oggi, comunque, ad Alassio dopo la seconda condanna per Don Luciano le certezze di molti in ordine alla sua innocenza iniziano a franare. “ Spero che dopo al condanna in appello qualcuno finalmente cambi idea” si è limitato, venerdì sera nel cortile del Palazzo di Giustizia di Genova, ad osservare l’avvocato Mauro Vannucci, legale di parte civile che difendeva gli interessi della ragazzina.
I difensori di Don Massaferro, Alessandro Chirivì di Albenga e Mauro Ronco di Torino, invece continuano a proclamare l’estraneità ai fatti del loro assistito o, per meglio dire, l’inesistenza dell’accaduto giacché per loro la ragazzina presunta vittima ha raccontato solamente menzogne e preannunciano ricorso in Cassazione.
“Il Giudice di legittimità ci darà ragione perché contro Don Luciano non esistono prove” affermano. Molto probabilmente il collegio d’Appello di Genova depositerà le motivazioni della sentenza a metà Gennaio. Da quella data inizieranno a decorrere i quarantacinque giorni per il ricorso in Cassazione.
Sergio Bagnoli