Politica

Vaticano, scende la benedizione sul governo che vuol promuovere la pena di morte per gli omosessuali

ROMA, 15 DICEMBRE 2012- Due volti, l’uno dinnanzi all’altro. Due poteri ad incontrarsi in un abozzo di sorriso. Ed è un tripudio di bianco, tonalità che emerge dalle candide vesti di entrambi. Lei è Rebecca Kadaga, è portavoce per l’Uganda. Il suo governo ha promesso al Paese un gran bel regalo di Natale: far passare in Parlamento una legge che sancisca la pena di morte per gli omosessuali. È al cospetto di Benedetto XVI, il capo di quella Chiesa spesso in prima linea nella difesa ad oltranza di un indiscusso valore: la vita. L’incontro avviene ieri, in Vaticano, e la benedizione del Pontefice scende su Rebecca, una delle più decise sostenitrici del ‘Kill the Gay Bill’. E la sacralità della vita? [MORE]

Il decreto, presentato dal deputato David Bahati, prefigura una legge disumana, abietta, illogica. Odiosa, come l’ha definita Obama. Essa prevederebbe un irrigidimento delle misure detentive già in vigore in Uganda per il ‘reato di omosessualità’, fino a contemplare ergastolo e pena di morte in caso di reato aggravato, ovvero, per esempio, la pratica sessuale nel caso di un malato di Hiv. Si arriva addirittura a punire chi vive in casa con una persona dello stesso sesso: 14 anni di galera quelli previsti. Siamo all’alba del 2013. E la Comunità internazione conosce tutte quante queste notizie: che non ci si nasconda, stavolta, dietro alcuno stupido pretesto.

Come sempre è il web a muoversi per primo. Oltre un milione di persone hanno già firmato una petizione online promossa dalla web community Avaaz.org per fermare in tempo questa ennesima ‘Strage degli Innocenti’, restando in campo evangelico. Una strage dalle quale il Vaticano non prende le dovute distanze, come sarebbe lecito aspettarsi. Anzi Benedetto XVI benedice la delegazione ugandese e preannuncia il suo messaggio per la Giornata mondiale per la Pace, in calendario il 1° gennaio 2013: «I matrimoni gay sono una ferita inflitta alla pace e alla giustizia». In che misura, verrebbe da chiedersi.

(FOTO: Ilfattoquotidiano.it)

Emmanuela Tubelli