Al Teatro Tor di Nona Mirafiori Outlet per raccontare la crisi del nostro Paese
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COMO, 21 OTTOBRE 2013 - Uno spettacolo che porta in scena lo stato di crisi in cui versa il nostro Paese scegliendo la chiave dell’ironia. Sul palco un’operaia Fiat si trova a fare i conti con la propria coscienza in seguito al referendum nello stabilimento Mirafiori.
Musiche originali di Domenico Vellucci, Giulio Tosti Disegno luci Davide Confetto costumi Giulia Tommasini riprese video Giorgio Varano Video Niccolo’ Palomba grafica Claudio Buccioli
“La fabbrica è dentro la tua testa, i tuoi stessi pensieri sono il prodotto di una catena di montaggio, oliata, silenziosa, invisibile, subdola, persuasiva. Il tuo inconscio viene costruito pezzo dopo pezzo, fino a farti apparire ovvia e obbligata quella che é soltanto una sua imposizione. Tutto é calpestato, vince lʼefficienza. Siamo governati da una narrazione e a questo si può rispondere solo con un sogno. un sogno che ci sveli la realtà per trovare la forza di cambiarla. Non capisco si che capisci, ma costa troppo”
Mirafiori Outlet è una disquisizione ironica sulla difficile possibilità di scegliere. Cosa comporta la decisione. Ai lati le rinunce, i compromessi. Al centro la libertà. Ci interessa approfondire il qui e ora. Cosa ci sta accadendo, quanto era prevedibile, e quanto ancora si potrebbe fare per cambiare direzione. Alla base cʼè lʼimpasse in cui viviamo. Partire da questo luogo in cui abitiamo e provare ad aprire finestre, spiragli, immaginari. Una stanza che si trasforma, un non luogo attraversato da un sogno. In scena la coscienza di unʼoperaia fiat post referendum. La crisi della più grande azienda italiana come metafora della nostra crisi.
Lo spunto di partenza è stato il tema del lavoro. Quello operaio, inteso come bene comune, condiviso, conosciuto.
Lʼazione è ambientata nel giorno del referendum. che è avvenuto nello stabilimento Fiat di Torino Mirafiori. Una giornata storica che i metalmeccanici, gli operai e, in generale tutti i lavoratori italiani potranno ricordarsi come il giorno in cui è iniziata la "globalizzazione" in Italia.
La globalizzazione "vera", quella che puzza di sudore e di ferriera ottocentesca: la "globalizzazione" del lavoro.
Che valore può avere un referendum del genere? Quali e quante le x che quotidianamente siamo costretti a porre, chiudendoci gli occhi, trattenendo il respiro, facendo finta di non sapere? La costruzione dello spettacolo sta procedendo per immagini. Abbiamo lavorato con musiche originali composte appositamente per questo progetto, cercando tra interviste, articoli di giornali, ma anche tra nostri ricordi e sopratutto nel nostro immaginario. Scovando appigli, confronti, similitudini.
Abbiamo lavorato sulla fatica, ma allo stesso tempo sulla speranza. Cercando di riportare a noi qualcosa che in prima istanza poteva sembrare non riguardarci. E invece ci tocca, ci incuriosisce, e sempre più sembra appartenerci. In questa epoca che ci vede giovani confrontarci con il dato di fatto del lavorio precario, sottopagato, molto spesso frustante, incerto, flessibile, raccomandato, anelato, cercato, voluto, sognato...ecco noi in questʼepoca abbiamo forte bisogno di sentirla, la vita, con tutta la sua bellezza, importanza e fierezza.
Senza quasi accorgersene abbiamo costruito uno spettacolo che parla di noi, del nostro momento. Forse sì, tutto il mondo è Paese. E questo vuole essere semplicemente un modo per cominciare a prendersene cura.
Mirafiori Outlet è stato rappresentato durante il festival Exit, nel dicembre 2011. E' finalista al premio Anna Pancirolli 2012, Vincitore del premio Giovani realtà del teatro 2012, ospite al Festival status Quo 2012. [MORE]
(Notizia segnalata da Marzia Spanu)