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Al CNR le evidenze scientifiche e i risultati del 9° Congresso Nazionale AIFM
ROMA - [Riceviamo e pubblichiamo] Giovedì 26 maggio alle ore 11.30, al CNR di Roma, piazza Aldo Moro 7, presso la sala Golgi, sì terrà l'incontro\conferenza stampa che presenta le tante e importanti evidenze scientifiche emerse dal 9° Congresso nazionale della AIFM (Associazione Italiana di Fisica Medica) svoltosi di recente a Perugia. [MORE]
Saranno presenti i professori Gianni Gobbi, Presidente del Congresso; Michele Stasi, neo Presidente dell’AIFM; Cesare Gori, Presidente del Comitato Scientifico; Oriano Bottauscio, Direttore della Divisione “Metrologia per la qualità della vita” dell’Istituto Nazionale per la Ricerca Metrologica.
La fisica applicata alla medicina costituisce un potente motore per l’innovazione del mondo sanitario: ne è prova la lista davvero lunga dei premi Nobel per la medicina assegnati a fisici. Tra i più recenti quelli per l’invenzione della TAC e della risonanza magnetica, strumenti che hanno rivoluzionato la diagnostica per immagini.
Non sono, però, soltanto le radiazioni i temi di lavoro dei fisici medici. Estesi panorami di intervento si sono infatti aperti via via, e oggi più che mai: dai campi elettromagnetici usati nelle indagini di risonanza magnetica alle applicazioni mediche dei laser, all’introduzione nella pratica clinica delle proprietà sconcertanti delle nanoparticelle.
Grandi opportunità si stanno dunque generando per i giovani, tra i più brillanti a livello nazionale, che hanno conseguito l'impegnativa laurea in fisica e seguito un successivo corso triennale di specializzazione in fisica medica. Opportunità finalizzate a perseguire la sanità che tutti vogliamo: quella con maggiore qualità e minori danni collaterali.
La complessità del lavoro quotidiano dei fisici medici (una figura ignorata da molti, ma specificamente prevista dall’Ordinamento del servizio sanitario nazionale) si rispecchia nella vasta articolazione del Congresso che ha riguardato tutto lo spettro di attività di questi preziosi ed insostituibili professionisti. Infatti l’Associazione Italiana di Fisica Medica, che ha superato i 1.000 soci, è tra le più attive a livello europeo, al pari delle equivalenti associazioni inglese e tedesca.
Nella pratica quotidiana, i fisici medici (che sono dei laureati in fisica che successivamente hanno acquisito uno specifico diploma di specializzazione) operano in una sanità complessa, articolata e interdisciplinare, con il compito principale garantire la sicurezza nell’impiego ottimale delle radiazioni in radiologia, in radioterapia e in medicina nucleare, con le conseguenti implicazioni verso il "risk management" e lo "Health Technology Assessment". Pensiamo a questo dato: ogni anno, in Italia, sono eseguite circa 100 milioni di prestazioni di imaging, di cui almeno 60 milioni con radiazioni ionizzanti. In media due per cittadino, bambini esclusi.
Negli ultimi 25 anni, l’esposizione individuale dei pazienti alle radiazioni ionizzanti è raddoppiata. In passato la "bilancia" delle dosi era 85% esposizione naturale (raggi cosmici, sole e radon) e 15% esposizione medica (dovuta ad esami o terapie con radiazioni ionizzanti). Oggi queste percentuali sono arrivate a 50% e 50% e l’esposizione individuale è raddoppiata. In seguito anche a questo eccesso di esami, la comunità europea ha pubblicato la nuova Direttiva Euratom 59 del 2013 sulla radioprotezione. Questo testo unico sulla radioprotezione dei pazienti e dei lavoratori, che la commissione Europea ha imposto all’Italia di adottare entro il 2018, è stato il leit motiv del Congresso. E’ stata, ad esempio, valutata quale sia la metodica più efficace per misurare la quantità di radiazioni che penetrano nel corpo del paziente durante un esame radiologico, per essere poi registrata nella sua cartella clinica. La Direttiva renderà obbligatorio che le apparecchiature radiologiche abbiano la capacità di registrare tutte le informazioni necessarie per la valutazione della dose di radiazione assorbita dal paziente e che questa sia inserita nel referto medico. Quale dose va inserita? Come ottimizzarla?
Oggetto di ampia discussione anche i risultati di un’indagine condotta congiuntamente con i radiologi, circa le dosi di radiazioni erogate ai neonati e in generale la radioprotezione di bambini che, come noto, sono particolarmente sensibili alle radiazioni.
Un’intera sessione è stata poi dedicata alla sicurezza nella somministrazione ai pazienti dei farmaci radioattivi. Il fisico, è in grado di determinare l’esatta quantità necessaria per ottenere il risultato diagnostico o terapeutico voluto, evitando quindi ogni eccesso di radioattività.
L’associazione sta lavorando da tempo sulle novità introdotte dalla Direttiva ed in particolare sulla individuazione delle migliori modalità tecniche per la valutazione delle esposizioni dei pazienti. L’impegno di AIFM in questo ambito, è duplice: a livello formativo, ha organizzato corsi di aggiornamento specifici sulle problematiche introdotte dalla nuova Direttiva Europea (10 eventi formativi nel solo 2015); a livello scientifico ha costituto Gruppi di Lavoro tematici che lavorano e lavoreranno anche in collaborazione con altre Associazioni scientifiche dell’Area Radiologica. In particolare, da due anni, è attivo un Gruppo cui partecipano un centinaio di fisici medici, dedicato a studiare le problematiche e le possibili criticità presenti nelle modalità di registrazione della dose ed all'analisi e validazione dei prodotti commerciali per la gestione del dato dosimetrico recentemente introdotti sul mercato.
Purtroppo, la macchina dello stato non riesce a stare al passo con i cambiamenti della scienza e con le nuove esigenze della sanità: manca ancora un riconoscimento formale dei Fisici medici all’interno del Ministero della Salute come professione sanitaria (si spera che il D.Lgs. Omnibus Lorenzin, in approvazione in Parlamento, sani questa situazione); e la scuola di specializzazione, dopo tre anni di chiusura, riaprirà ancora senza contratti per gli specializzandi. Un vero paradosso...
Malgrado le incertezze e una fase storica in cui la congiuntura economica sembra voler determinare anche le scelte di salute per i cittadini del nostro Paese, gli specialisti dell’area radiologica hanno accettato la sfida. Le loro armi? Integrazione di competenze e responsabilità, sinergie culturali e professionali.