Agricoltura: E-R, soffrono le colture a causa della siccità
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Agricoltura: Emilia Romagna , soffrono le colture a causa della siccità. L'allarme di Confagricoltura, cala il livello del Po (-5,40 m.)
BOLOGNA, 13 APR - Nelle campagne è scattato l'allarme siccità, in particolare nei comprensori cerealicoli, dalle terre di Romagna al Ferrarese. Per l'assenza di piogge e le temperature oltre la media stagionale, soffre soprattutto il grano tenero e duro su circa 220mila ettari di superficie regionale coltivata, poi il mais seminato da poco, il pisello da industria e alcune colture da seme.
Le barbabietole da zucchero, i nuovi impianti frutticoli e viticoli. A lanciare l'allarme è Confagricoltura Emilia-Romagna.
La campagna irrigua è partita in anticipo rispetto alle date previste dagli enti di bonifica, lungo il distretto idrografico del Po (i bacini interregionali del Reno, del Fissero-Tartaro-Canalbianco, del Conca-Marecchia e i bacini regionali Romagnoli), e ora si guarda con attenzione al livello del fiume che a Pontelagoscuro segna -5,40 m, con il timore della risalita del cuneo salino che, in queste zone, metterebbe a rischio le colture. Allerta confermata pure nel vicino Polo idraulico Pilastresi, che mostra quote in tendenziale calo.
Nel frattempo, le risaie lombarde e piemontesi si accingono ad essere sommerse dall'acqua del Po tramite i suoi affluenti di sinistra, essenziali per le coltivazioni del principale areale risicolo del Paese.
Il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini, rivolge il suo appello alla Regione chiedendo di attivare subito un tavolo che coinvolga il mondo agricolo e l'Anbi regionale, per presidiare e monitorare congiuntamente il tema delle acque, l'irrigazione e la siccità. "Bisogna ripartire da qui dopo l'emergenza Covid - ha detto il presidente Bonvicini -, sostenere gli agricoltori negli investimenti necessari e riprendere in mano non solo la questione del deflusso minimo vitale (Dmv), ma anche i progetti già presentati, che prevedono la regimazione di fiumi e torrenti attraverso la realizzazione di traverse. Il grano? Dobbiamo essere meno dipendenti dalle importazioni e produrne di più".