Estero
Afghanistan, la corsa di Zainab. Una maratona contro le disparità
KABUL, 28 OTTOBRE 2015 - Afghanistan. Una competizione e tre donne contro il razzismo di genere. Zainab, donna di 25 anni, ha deciso di fare della corsa una metafora di vita. Correre per valicare i limiti, correre per superare l'oscurantismo che priva le donne del loro posto all'interno della società.[MORE]
LA SFIDA DI ZAINAB
Lo Human Rights Watch ha definito l'Afghanistan il peggior stato, al mondo, dove una donna può vivere. Uno stato, in cui le due condizioni "essere donna" e "voler vivere da umano essere", con il corredo di diritti a questo legato, difficilmente riescono a camminare in modo parallelo. Nonostante ciò si vedono esempi di coraggio e caparbietà che usano i canali della cultura, intellettuale e motoria. Zainab, 25 anni, nata in Iran in un campo profughi vive in Afghanistan, dall'età di 14 anni, con la madre, tre sorelle e un fratello ed è il pilastro economico della famiglia (il padre è rimasto in Mashhad). Cresciuta giocando a basket, lavora per Skateistan, associazione benefica di skateboarding internazionale, studia relazioni internazionali all'università e lotta una battaglia culturale, la sua e di molte, correndo. Lo sport, per Zainab, è divenuto strumento per stimolare le donne afghane a sfidare le imposizioni sociali.
"TUTTO E' NELLA TUA MENTE"
Si è allenata in casa, in un piccolo cortile, a causa dell'eccessiva pericolosità esterna, è consapevole che ogni volta in cui indosserà le sue scarpette da maratoneta i rischi per la vita, sua e delle sue compagne, aumenteranno. Nonostante questo Zainab ha corso e corre. Non si è fermata nella 250 km dell'Ultramaratona nel deserto del Gobi, in Cina, non ha ceduto nella valle di Paghman, dove è stata bersaglio di pietre, lanciate in stile lapidazione, e insultata dagli abitanti. "Prostituta", "distruttrice dell'Islam", alcuni degli epiteti che ha udito. Nonostante questo Zainab e Nelofar, sua assidua compagna di corsa, hanno resistito. L'attuale sfida è la maratona ufficiale di Bamiyan, non ci sarà Nelofar con lei, il padre le ha impedito di partecipare, ma Zainab corre e correrà e verrà accompagnata da altre due donne, una canadese e una belga. La giovane, in attività da poco meno un anno, a chi le ha domandato in che modo è riuscita ad allenarsi senza supporto e in breve tempo, ha risposto "è tutto nella tua mente", si tratta di una "questione di volontà" nella vita, come nella corsa. Questo è il suo mantra, la sua forza.
La storia di Zainab, raccolta dal Guardian, porta in alto le idee dell'associazione Free to run, di cui la maratoneta fa parte. La storia delle donne afghane, e della loro speranza per un libero passo verso una lunga, serena, volata.
Fonte foto: theguardian.com
Ilary Tiralongo