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Afghanistan, la controffensiva per Kunduz. Raid americani sulla città

KABUL, 29 SETTEMBRE 2015 - É iniziata all'alba la controffensiva per riprendere Kunduz, la strategica città nel nord del Paese, primo capoluogo di provincia a cadere in mano ai talebani dalla fine del regime degli studenti coranici, 14 anni fa. L'esercito afghano è stato aiutato nell'attacco da bombardamenti aerei delle forze armate statunitensi. Il portavoce della polizia della città, Sayed Sarwar Husaini fa sapere che “le forze afghane stanno avanzando ed hanno già ripreso il quartier generale della polizia e l'edificio della prigione”. Il governo conferma che “parte della città è già stata riconquistata e liberata dai terroristi, e presto sarà lanciata una grande operazione di ripulitura”. [MORE]

Testimoni oculari hanno detto di aver visto contingenti di militari pesantemente armati giungere a Kunduz City da Kabul e dalla vicina provincia di Balkh. Questi movimenti di truppe hanno fatto presagire il peggio alla popolazione civile e i media riferiscono che molti residenti stanno fuggendo dalla città verso le province di Takhar e Baghlan, e verso zone più sicure. “Centinaia di persone se ne stanno andando. La gente pensa che dopo le operazioni per riprendere la città verranno giorni molto duri per le famiglie. E quindi le persone che vivono nelle zone dove si suppone avverranno gli scontri più duri abbandonano le loro case”, spiega Ahmad Sherzad, un abitante di Kunduz in fuga.

Smentendo quanti li consideravano in crisi ed in preda a violente lotte intestine, i talebani sono riusciti ieri a cogliere di sorpresa le forze di sicurezza afghane ed ad assumere praticamente l'intero controllo di Kunduz City, capoluogo della omonima provincia settentrionale dell'Afghanistan. centinaia di militanti, che si erano nei giorni scorsi infiltrati nel perimetro urbano, sono passati all'azione durante la notte a partire da tre distinte aree ed hanno ingaggiato uno scontro a fuoco generale con polizia ed esercito che hanno mostrato di non avere forze sufficienti per reggere l'urto di guerriglieri bene armati ed addestrati. Negli scontri con le forze di sicurezza, hanno riferito i media locali, sono morte almeno 34 persone, tra le quali 14 agenti e 13 Talebani. Sette finora le vittime tra i civili.

L'attacco è stato rivendicato dal portavoce dell'Emirato islamico dell'Afghanistan, Zabihullah Mujahid, che l'ha inquadrato nell'offensiva 'Azb' sferrata in primavera, e per la quale Kunduz City era stato definito «obiettivo prioritario». Un tentativo di conquistare a fine aprile la città, strategica per le comunicazioni con l'Asia centrale e per il potenziale agricolo non era riuscito, anche se aveva costretto alla fuga 14.000 famiglie. Questa volta invece il piano ha funzionato e i 'mujaheddin', dopo aver sigillato i quattro accessi al capoluogo e bloccato la strada dell'aeroporto, si sono divisi in vari gruppi avanzando verso il centro di Kunduz City. ll leader dei talebani afghani, Mullah Ahktar Mansur, ha salutato ieri la conquista di Kunduz City, “prima capitale provinciale afghana a cadere in mano dei mujaheddin”. In un messaggio Mansur raccomanda ai combattenti di “salvaguardare vite, proprietà e onore degli abitanti”, propone a chi ha collaborato con il governo di pentirsi e chiede alle autorità di Kabul di “ammettere la sconfitta” ed “accettare la vittoria dei mujaheddin come una (per loro) amara realtà”.

La caduta della città sarebbe una grave perdita per il presidente Ashraf Ghani, che quando è stato eletto nel 2014 aveva promesso di riportare la pace nel suo Paese, dilaniato da 30 anni di conflitto e invece deve fare i conti con un interlocutore che lungi dall'essere stato debilitato da 14 anni di guerra e dalle lotte intestine seguite alla morte del Mullah Omar, mostra una importante capacità militare che peserà nel caso si dovesse giungere un giorno all'avvio dell'auspicato dialogo inter-afghano di pace e riconciliazione.

Tiziano Rugi