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Afghanistan, il ministro della difesa: "La MOAB non ha ucciso civili"

KABUL, 14 APRILE -  Sarebbero finora 36 i miliziani dell’ISIS uccisi nell’attacco aereo statunitense di ieri in Afghanistan. La MOAB, il più grande ordigno non nucleare dell’ arsenale americano, sganciata sul complesso di caverne della provincia di Nangarhar, non avrebbe inoltre colpito civili, limitandosi a radere al suolo una base del sedicente stato islamico.

A dichiararlo è stato il ministro della difesa Afghano, che ha poi spiegato che l’area, nella valle di Momand, ospitava un complesso di oltre trecento metri di tunnel utilizzato dai miliziani per ospitare incontri importanti, effettuare esecuzioni ed anche stoccare armamenti.[MORE]

Il Chief Executive Officer di Kabul, Abdullah Abdullah, ha inoltre confermato che l’attacco è stato condotto in piena sinergia con il governo e le forze afghane e con tutte le precauzioni necessarie ad evitare danni per i civili.

Stando a quanto dichiarato dal portavoce presidenziale Murtazawi, tra le vittime dell’attacco vi sarebbe anche Siddiq Yar, uno dei comandanti dell’ISIS

Le operazioni nell’area erano iniziate all’incirca due settimane fa, con le forze speciali afghane supportate dall’aviazione statunitense. Il bombardamento di ieri, tuttavia, è stato in assoluto il più imponente. Mai, infatti, era stata utilizzata la MOAB sul campo di battaglia.

Un membro di un gruppo anti ISIS che si trovava ad oltre un chilometro dal luogo dell’esplosione ha dichiarato di aver visto una montagna di fuoco e di aver percepito vibrazioni simili a quelle di un terremoto. Anche abitanti dei distretti limitrofi a quello colpito hanno affermato di aver avuto la stessa sensazione.

Donald Trump ha accolto il raid come un “altro grande successo”. Parole di accusa invece sono arrivate dall’ex presidente Kharzai, che ha stigmatizzato l’attacco parlando di utilizzo brutale e inumano del suolo afghano come terreno di prova per nuove armi pericolose.

La presenza statunitense in Afghanistan risale al 2001. Iniziata come un'operazione per combattere Al-Quaeda e sottrarre il Paese al controllo dei Talebani, il cui regime favoriva la libera circolazione di terroristi su tutto il territorio, la missione si è protratta fino ad ora, diventando la più lunga guerra mai combattuta dagli Stati Uniti.

Paolo Fernandes

Foto: scoopnest.com