Estero
Afghanistan, divampano i disordini per il rogo del Corano
AFGHANISTAN, 24 FEBBRAIO 2012 – Continuano le proteste anti-americane nella capitale Kabul, a causa del rogo di alcune copie del Corano avvenuto nella base aerea americana di Bagram. Dall’inizio delle manifestazioni (martedì) sarebbero già morte 15 persone e una cinquantina sarebbero i feriti. Centinaia di persone stanno marciando verso il palazzo del presidente afghano, Hamid Karzai, e altri gruppi di fedeli avrebbero attaccato il consolato americano di Herat, nella zona occidentale del Paese, dove sette sarebbero le vittime. Le proteste, che stanno divampando su tutto il territorio afgano, hanno avuto inizio dopo la tradizionale preghiera del venerdì, pare infatti che alcuni mullah, durante il sermone, avrebbero invitato i fedeli a protestare contro l’oltraggio subito. Le scuse, da parte del ministro della Difesa statunitense prima e del Presidente Barack Obama poi, non sarebbero bastate a calmare il “popolo islamico”, che ha richiesto di mettere sotto processo gli autori del gesto.[MORE]
Non sono chiare le circostanze in cui sia avvenuto l’incidente, ma pare che alcune copie del Testo Sacro fossero state sequestrate a dei detenuti per il sospetto che le usassero per scambiarsi messaggi, e poi finite nell’inceneritore della base U.S.A. Nella città di Herat, dove è operativo il contingente italiano, i nostri militari non sono rimasti coinvolti negli incidenti. Per il momento non è stato neanche richiesto l’intervento della Nato per mantenere la situazione sotto controllo, di cui si sta occupando invece l’autorità locale. Grande tensione si è vissuta, quando le forze di sicurezza hanno sparato in aria dei colpi di arma da fuoco per disperdere la folla che si avvicinava al quartier generale della Nato. Intanto le proteste iniziano a estendersi oltre i confini afgani: in Pakistan centinaia di persone hanno bruciato bandiere americane e cantato slogan contro l’America.
Giulia Cancedda
(fonte foto: altre news.com)