Cultura e Spettacolo
Addio a Omar Sharif
IL CAIRO, 10 LUGLIO 2015 - Si è spento a 83 anni l’attore egiziano Omar Sharif, volto del famoso Dottor Zivago, per il quale vinse un Golden Globe. L'attore, da tempo malato di Alzheimer, «ha avuto un attacco di cuore in un ospedale del Cairo», come riferito alla Bbc dal suo agente Steve Kenis. [MORE]
Nato ad Alessandria d’Egitto il 10 aprile del 1932, da genitori libanesi di fede cattolica, Michel Demitri Shalhoub, conosciuto come Omar Sharif, decise di intraprendere la carriera d’attore negli anni Cinquanta, dopo una laurea in fisica e matematica. Muove i primi passi nel cinema in Egitto, quando viene notato dal giovane regista Youssef Chahine, che lo sceglie per il suo “Lotta sul fiume”, dove Sharif recita al fianco di una diva dell’epoca, Faten Hamama, che sposerà due anni dopo. Per sposare Faten, Sharif si converte all’Islam e cambia il suo nome in Omar El Sharif. Un matrimonio finito poi con un divorzio nel 1974 che segnerà l’inizio di una seconda vita, caratterizzata da numerosi problemi di salute e dalla passione per il bridge.
Il salto sul grande schermo arriva con l’interpretazione in Lawrence d'Arabia, al fianco di Peter O'Toole, che gli valse una nomination agli Oscar come attore non protagonista nel 1962 e la fama internazionale.
Tre anni dopo, David Lean lo dirige in “Il dottor Zivago”, film in cui Sharif veste i panni del protagonista del romanzo di Boris Pasternak, personaggio che gli regala un successo planetario.
Oltre cento film all’attivo, tra cui “C’era una volta” di Francesco Rosi; “La notte dei generali” di Anatole Litvak, dove interpreta un ufficiale tedesco ancora in coppia con O’Toole; “La tragedia di Mayerling”, in cui veste i panni di un arciduca asburgico. In “Funny girl” e “Funny Lady” duetta con la Streisand.
Ha continuato a lavorare fino al 2013, interpretando il protagonista di Monsieur Ibrahim e I fiori del Corano che gli valse il premio del pubblico come miglior attore alla 60ª Mostra del Cinema di Venezia, dove ricevette anche il Leone d'Oro alla carriera e, nell'edizione del 2004, il Premio César come migliore attore.
Nella sua autobiografia raccontò: «Finisci a fare una vita in totale solitudine: alberghi, valigie, cene senza nessuno che ti metta in discussione. L’attrazione del tavolo verde per me diventò irresistibile. E ci ho sperperato delle fortune. A un certo momento ho capito e ho deciso di smettere anche con il bridge per non sentirmi prigioniero delle mie passioni».
[foto: rainews.it]
Antonella Sica