Addio a Morando Morandini: una vita intera dedicata alla passione per il cinema
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NAPOLI, 18 OTTOBRE 2015 - Ieri sera, in ospedale a Milano, ci ha lasciati, all'età di 91 anni, il baluardo della critica cinematografica: Morando Morandini, colui che ha fatto del suo nome un punto di riferimento, tutto da sfogliare, per cinefili incalliti e per chi con l'Universo del cinema ci lavora o più semplicemente ci passa il tempo.
Morando Morandini, infatti, è divenuto celebre grazie al Dizionario dei Film e delle Serie tv edito da Zanichelli dal 1999 e ancora oggi all'attivo con la diciassettesima edizione del 2015: un librone efficientissimo, curato anche dalla moglie Laura (scomparsa qualche tempo fa) e dalla figlia Luisa, anche lei critico cinematografico.
Il prezioso dizionario dei film che permette di avere informazioni su tantissime pellicole dal punto di vista critico, ma anche tecnico, in breve tempo è diventato un vero e proprio "vocabolario per il cinema", strumento utilissimo ed immancabile sulle librerie degli appassionati e non solo.
La carriera di Morando Morandini però è cominciata prima dell'introduzionde del dizionario che porta il suo nome, negli anni '50, infatti, ha iniziato a scrivere per il quotidiano "La Notte" (1952-1962), creando una rubrica dal titolo "Dove si va stasera" nella quale ha dedicato molto spazio al cinema e allo spettacolo, diventando pionere delle famose "stelline", poi diventate "pallini" a pié di articolo per esprimere in maniera efficace il successo di pubblico.[MORE]
Da "La Notte", il critico milanese è poi passato a "Il Giorno" (1965 - 1998) quotidiano che lo ha consacrato ufficialmente pilastro della critica cinematografica italiana, da qui in poi la carriera di Morandini ha avuto un forte slancio e al Dizionario dei Film e delle Serie Tv, si sono aggiunte ben presto molte monografie di grandi registi come S. M. Ejzentejn, B. Bertolucci, J. Huston, e la collaborazione con G. Fofi e G. Volpi per la stesura dell'opera divisa in quattro volumi intitolata Storia del cinema.
A partire dal 1998 in poi, sono giunti anche i primi grandi riconoscimenti come il Premio Ennio Flaiano e l’Ambrogino d’Oro, ritirato dal critico l'anno scorso.
Quella di Morandini è stata una vita vissuta con e per passione, una passione iniziata in tenerà età e rimasta costante nel tempo come si deduce dalle parole del critico estrapolate da una delle ultime interviste:
<<Per dirla secca, sono nato al cinema con i film francesi degli ultimi anni ’30. I miei idoli erano Jean Gabin, Arletty, Michèle Morgan. E Gary Cooper tra gli attori americani. Tra le attrici la Davis, la Hepburn, Carole Lombard. E Dorothy Lamour di cui mi innamorai col tramite di John Ford in Uragano (1937). Ford e Hawks erano i miei director preferiti, ma ricordo che mi lasciai incantare da Winterset (Sotto i ponti di New York, 1936) di Al Santell e rimasi sconvolto da Delitto senza passione (1934) di Ben Hecht. Sono andato fuori dai sentieri battuti sin dall’inizio, grazie a una passione precoce per il cinema, se a 12 anni leggevo sul Corriere le critiche di Filippo Sacchi, per passare poi al settimanale Film di Doletti e approdare alla rivista Cinema al liceo>>.
Chi lo seguiva e leggeva da tempo, ma anche chi si è trovato solo per caso a sfogliare le meticolose pagine del "suo" Morandini, può immaginare il grande vuoto che questo professionista lascia nel nostro panorama culturale cinematografico.
Articolo di MARCELLA CERCIELLO [cinemarcy blog]