Cronaca

Addio a Marco Pannella, leader della lotta politica nonviolenta

ROMA - Dopo aver accettato di essere sedato, si è spento, nel primo pomeriggio di giovedì 19 maggio, all’età di 86 anni uno dei più longevi personaggi della scena politica italiana: Marco Pannella. Deputato dal 1976 al 1992, Pannella è stato uno dei protagonisti delle battaglie civili degli anni settanta e della fase di transizione tra la prima e la seconda Repubblica.

Nel 1955 è stato tra i fondatori del Partito Radicale dei Democratici e dei Liberali. Nell’estate del 2014, nonostante la diagnosi di un tumore polmonare con metastasi epatica, ha proseguito la sua protesta contro la situazione di sovraffollamento delle carceri italiane.

Amava definirsi radicale, socialista, liberale, federalista, europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano. La sua azione politica, che lo ha portato ad essere identificato come leader della lotta politica nonviolenta, era infatti ispirata dai principi divulgati dal Mahatma Gandhi e da Martin Luther King. Famosi i suoi scioperi della sete e della fame, le disobbedienze civili e i sit-in che avevano lo scopo di affermare, come spiegava lui, il «diritto alla vita e la vita del diritto». [MORE]

L’inizio della carriera politica

Nato a Teramo il 2 maggio 1930, Marco Pannella, all'anagrafe Giacinto Pannella (il secondo nome, Marco, non venne registrato a causa di un errore burocratico), muove i primi passi nel mondo della politica molto presto, iscrivendosi nel 1945 al PLI. Conclusi gli studi classici al liceo Giulio Cesare di Roma, nel 1950, negli anni dell’università, diviene incaricato nazionale universitario del Partito liberale. Due anni più tardi diventa Presidente dell'UGI (Unione Goliardica Italiana, associazione goliardica delle forze laiche studentesche). E’ inoltre anche presidente dell'Unione nazionale degli studenti universitari (Unuri).

La nascita del Partito Radicale

Nel 1955, dopo la laurea in giurisprudenza all'Università di Urbino, conseguita a soli vent'anni, e dopo aver esercitato la professione di avvocato per un anno, Pannella fonda assieme a Ernesto Rossi, Leo Valiani, Mario Pannunzio ed Eugenio Scalfari il Partito Radicale dei Democratici e dei Liberali, un raggruppamento avente come motto "un partito nuovo per una politica nuova". Nel 1959, sul quotidiano Paese Sera, propone l'alleanza di tutte le sinistre e l'ipotesi di un governo che comprenda anche il PCI e rimuove Craxi dalla guida degli Universitari Italiani. L’anno seguente, dopo aver vissuto in Belgio, dove ha lavorato in una fabbrica di scarpe, diviene corrispondente alla redazione de Il Giorno a Parigi dove intreccia attivi rapporti con la resistenza algerina. Tuttavia, nel 1963, quando il Partito Radicale entra in crisi e rischia il definitivo scioglimento, torna a raccogliere la difficile eredità assieme a pochi amici e aderenti alla corrente di "sinistra radicale" e ne assume la segreteria. L’anno seguente nasce l'alleanza tra PR e PSIUP, che durerà fino al 1966, quando Pannella si candiderà come consigliere comunale di Roma, senza successo. Nello stesso anno il leader del Partito Radicale fonda la LID (Lega Italiana Divorzio) che si rivelerà determinante, nel 1970, a far approvare la legge Fortuna-Baslini che introduce il divorzio nell'ordinamento giuridico italiano.
Nel 1968, dopo aver protestato contro l'invasione sovietica della Cecoslovacchia, finisce in prigione a Sofia. Nel 1972, facendosi promotore anche di uno sciopero della fame, contribuisce a ottenere la legalizzazione dell'obiezione di coscienza.

Non solo deputato ed europarlamentare. Pannella è stato infatti anche presidente della XIII circoscrizione del Comune di Roma (Ostia), consigliere comunale a Trieste, Catania, Napoli, Teramo, Roma e L’Aquila, nonché consigliere regionale del Lazio e dell’Abruzzo ed editore dell'organo d'informazione della Lista Marco Pannella - lista elettorale legata ai Radicali Italiani - Radio Radicale, fondata nel 1977 da lui stesso. Pannella ha fondato anche alcune storiche testate giornalistiche (nel 1973 ad esempio fonda e dirige il quotidiano "Liberazione") e direttore responsabile per un breve periodo del quotidiano Lotta Continua. Il suo contributo è stato poi fondamentale per la crescita e il consolidamento di Teleroma 56 una delle prime televisioni private italiane ideata dal Prof. Bruno Zevi e dal Prof. Guglielmo Arcieri.

Il leader del Partito Radicale è stato inoltre un forte sostenitore dello strumento referendario, facendosi promotore, nel corso di tre decenni, della raccolta di quasi cinquanta milioni di firme necessarie alla promozione delle varie campagne referendarie. Nel 1974, ad esempio, il suo partito promuove il referendum sul divorzio, che viene appoggiato anche dal Pci e che raccoglie la maggioranza dei voti. Nel frattempo il Partito radicale avvia la campagna sull'aborto e per la liberalizzazione delle droghe leggere. L’approvazione della legge 194 sull'aborto scatena le proteste delle varie organizzazioni di stampo cattolico che propongono addirittura un referendum abrogativo. Tuttavia il 17 Maggio del 1981, il 67,9% degli italiani vota per il "No" all'abrogazione. 

Negli anni Ottanta il Partito radicale si avvicina al Psi e in diverse occasioni appoggia i provvedimenti del governo, come per il referendum sulla contingenza (1985) e per il voto finale sul disegno di legge presentato dall'on. Flaminio Piccoli e da circa centocinquanta deputati di tutti i gruppi (tranne Pci e Msi) sulla fame nel mondo. Nel 1986 i radicali promuovono la "Lega per l'uninominale", a cui aderiscono due terzi dei parlamentari socialisti. Nello stesso anno il PSI sostiene assieme a radicali e liberali i referendum "per una giustizia giusta" scaturiti dalla vicenda del presentatore televisivo Enzo Tortora; tra questi si ricorda quello assai controverso sulla responsabilità civile del giudice.
Tuttavia "l'alleanza” tra radicali e socialisti non dura a lungo. Negli anni seguenti, infatti, si separeranno. Il 9 giugno 1991 si tiene il referendum sulla preferenza unica per le elezioni alla Camera dei deputati richiesto dal Comitato per i Referendum Elettorali (COREL) di cui è animatore Mario Segni (che a suo tempo aveva aderito alla "Lega per l'uninominale"), con l'appoggio dei radicali. Nonostante l'opposizione di Bettino Craxi, trionfa il "sì".
Nel 1992 Marco Pannella si presenta alle elezioni politiche con la "Lista Pannella", ottenendo l'1,2% dei voti e 7 deputati. Alle elezioni politiche del 1994, invece, si schiera con il Polo di Berlusconi. Nel 1999 con la Lista Bonino viene rieletto parlamentare europeo. Nel 2001 nasce il movimento politico Radicali Italiani, sezione italiana del Partito Radicale Transnazionale. Nel 2002, assieme ad altri esponenti del partito, tra cui l'ex docente universitario Luca Coscioni, colpito da sclerosi laterale amiotrofica, Pannella promuove l'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, che si batterà per la libertà di cura e i diritti dei malatie, nel 2006, con Piergiorgio Welby per il diritto al rifiuto dell'accanimento terapeutico e all'eutanasia. Alle elezioni politiche del 2006 si schiera col centrosinistra, facendosi promotore della convergenza politica ed elettorale dei Radicali Italiani con i Socialisti Democratici Italiani di Enrico Boselli che, insieme, danno vita alla Rosa nel Pugno. Tuttavia, la lista raggiunge il 2,6%, un risultato inferiore ai precedenti risultati elettorali dei due partiti. Pannella non entra in Parlamento; fa ricorso al Senato per l'attribuzione di otto seggi, ma Il ricorso non viene accolto.

Negli ultimi anni è stato sostenitore della campagna contro la pena di morte, insieme con l'associazione Nessuno tocchi Caino, che ha portato all'ottenimento, da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, della risoluzione di moratoria universale della pena di morte.

Pannella ha fatto inoltre parte del gruppo parlamentare dell'Alleanza dei Democratici e Liberali per l'Europa. Nel parlamento europeo è stato membro della Commissione per gli Affari esteri; della Commissione per il controllo dei bilanci; della Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare; della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni; della Delegazione per le relazioni con Israele; della Delegazione per le relazioni con i paesi del Sud-Est asiatico e l'Associazione delle nazioni del Sud-Est asiatico.

Le battaglie civili

Protagonista indiscusso delle battaglie civili, Marco Pannella si è trovato ad esprimere le sue ideologie anticlericali, antimilitariste, antiproibizioniste ed inneggianti alla nonviolenza, attraverso azioni di protesta dal forte impatto comunicativo. Con estenuanti scioperi della fame e della sete, Pannella non ha scosso semplicemente l'opinione pubblica, ma ha fatto sì che in politica, la comunicazione non fosse meramente verbale. Anche con il silenzio, scientemente utilizzato per esprimere un diniego, il leader del Partito Radicale ha saputo colmare vuoti profondi argomentando eloquentemente un dissenso. Un silenzio che durò ben venticinque minuti: attraverso un bavaglio per protestare l'assenza di informazione sui temi referendari del 1978 riguardanti l'abrogazione della legge Reale sull'ordine pubblico, il finanziamento pubblico ai partiti e la legge sull'aborto, il pasionario della politica italiana, ha fatto giungere l'ampiezza della sua ideologia.
«E' una persona che ha fatto 70 anni di battaglie politiche ed è probabilmente, anzi sicuramente, l'italiano che ha dato di più al suo paese dal punto di vista della dialettica politica, facendo battaglie su tutto ciò su cui gli sembrava giusto impegnarsi», aveva detto nei mesi scorsi l'ex Premier Silvio Berlusconi.

Lo stesso Pannella definì la sua ideologia come un concetto di autoproduzione: «L'ideologia te la fai tu, con quello che ti capita, anche a caso. Io posso essermela fatta anche sul catechismo che mi facevano imparare a scuola, e che per forza di cose poneva dei problemi, per forza di cose io ero portato a contestare», sosteneva il fondatore del Partito Radicale. E le contestazioni sono state innumerevoli, mettendo in evidenza la profondità del suo pensiero senza mai ricorrere al voler interpretare il ruolo di una vittima, bensì del portavoce del diritto alla vita. Le sue battaglie sono state incentrate su temi riguardanti l'aborto, il divorzio, l'amnistia, la liberalizzazione delle droghe leggere, l'accanimento terapeutico, il diritto all'eutanasia, ma quella impari contro il cancro, purtroppo, ha avuto un triste epilogo.

Nella memoria dei cittadini italiani resteranno molti ricordi indelebili delle lotte carismatiche e rivoluzionarie di Pannella. In maniera particolare, occorre annoverare la campagna divorzista nel 1965 che vede il trionfo del "si", la legge sull'aborto che verrà sottoposta ad un referendum abrogativo nel 1981 nel quale gli elettori decideranno con il 67.9% delle preferenze di mantenerla nel nostro sistema giuridico e la proposta di consentire ai malati terminali di scegliere liberamente di sottoporsi all'eutanasia. Su questo fronte il leader dei Radicali aveva sottolineato, in svariate occasioni, che il Suicidio Assistito non avrebbe indotto nessun medico a divenire un assassino legalizzato, ma si sarebbe potuto concedere ai malati condannati ad una morte certa e senza possibilità di guarigione alcuna, il libero arbitrio di ricorrere a strutture specializzate che potessero accompagnarli nell'ultimo viaggio della loro esistenza.

(Foto da Facebook.com)

Antonella Sica e Luigi Cacciatori