Cronaca
Addio a Guenter Grass, intellettuale e padre della letteratura tedesca post-bellica
BONN, 13 APRILE 2015 – Si è spento oggi all'età di 87 anni, lo scrittore tedesco premio Nobel Guenter Grass, colui che ha reinventato la letteratura tedesca dopo il conflitto mondiale. Un marchio della cultura tedesca e di quella democratica, nonostante si sia spesso vestito dell'abito della “voce scomoda”, specie quando, nel 1949, il cancelliere democristiano Adenauer e il capo dell'opposizione socialdemocratica Schumacher fondarono a Bonn la Repubblica Democratica. Guenter per anni ha tenuto nascosto il suo arruolamento da volontario nelle SS, e ha stretto un fitto riserbo sulle sue condizioni di salute fino alla fine.
Gli esordi come intellettuale impegnato partono dall'attività presso il Gruppo 47, il grande club letterario nato subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. La sua opera più nota è sicuramente “Il Tamburo di Latta”, la storia di Oskar Matzerath, un giovane nato con una malformazione, che dal terzo anno di età decide di non crescere più come forma di protesta verso il mondo degli adulti. Il libro riflette la dura condizione della città di Danzica – città dove Grass nacque nel 1927 – , luogo multietnico dove convivono, non con poche tensioni, tre differenti etnie: polacchi, tedeschi e kashuba (una minoranza etnica slava). Del film ne è stata tratta anche una trasposizione cinematografica, ad opera del regista tedesco Volker Schlondorff, che gli è valso la Palma d'Oro al 32° Festival di Cannes.
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È in questo testo, in particolar modo, che si evince la strenua volontà di Grass affinché si giungesse a un dialogo tra le due parti dell'allora separata Germania, per cercare di riallacciare i contatti tra l'Europa libera e quella al di là della Cortina, occupata e resa comunista dai sovietici. Il suo tedesco letterario, poi, si sviluppa e si erge a padre della letteratura tedesca moderna nei successivi lavori, come in Diario di una Lumaca o Anni di Cane, in cui in particolar modo si vanno ad analizzare le contraddizioni della Germania moderna.
In seguito, travolto dalle ideologie sessantottine, guidò la mobilitazione degli intellettuali per la candidatura a cancelliere di Willy Brandt, l'“eroe della pace” e leader dei socialdemocratici che vinse le elezioni, con Grass al suo fianco ad ogni comizio; Brandt fu l'uomo della svolta, con gli storici trattati per la questione delle frontiere dell'Est e il famoso inchino al Ghetto di Varsavia. La resa dei conti che intraprese nei confronti dell'eredità storica del nazismo gli valse il Premio Nobel per la Pace.
Non ebbe mai peli sulla lingua, Grass, mostrando ferme posizioni politiche in occasione di numerose svolte storiche del suo paese: dal riarmo con cui la NATO rispose al possesso dell'atomica dell'URSS negli anni ottanta al modo in cui Helmut Kohl gestì la riunificazione della Germania, tutte posizioni che gli valsero più di una critica. Probabilmente la più clamorosa fu la secca ostilità nei confronti di Israele, che Grass accusava di essere l'unica e vera minaccia per la pace in Medio Oriente – e non l'Iran con i suoi piani nucleari; la posizione contro Tel Aviv gli valse il divieto di entrare in Israele perché “persona non gradita”, senza dimenticare l'imbarazzo della sua ostilità con il paese e il suo passato da SS. Un “errore di gioventù” il suo arruolamento da volontario, che Grass tenne nascosto finché non confessò nel libro “Sbucciando la Cipolla”.
Foto: controinformazione.info
Dino Buonaiuto