Ad un anno dall'assassinio di Angelo Vassallo, il Cilento non dimentica!
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POLLICA, 01 SETTEMBRE 2011- “Due pistole che sparano, le pallottole che colpiscono al petto, un agguato che sembra essere anche un messaggio. Così uccidono i clan. Così hanno ucciso Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, in provincia di Salerno. Si muore quando si è soli, e lui - alla guida di una lista civica - si opponeva alle licenze edilizie, al cemento che in Cilento dilaga a scapito di una magnifica bellezza. Ma Angelo Vassallo rischia di morire per un giorno soltanto e di essere subito dimenticato”. [MORE]
Con queste parole Roberto Saviano commentava, quasi un anno fa, l’assassinio del “sindaco-pescatore”. Infatti, era la sera del 5 settembre 2010, il sindaco Vassallo stava rientrando a casa dalla sua famiglia, percorrendo una strada comunale stretta, ripida e in salita quando, stando alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, poco prima del bivio che conduce alla sua abitazione, la sua auto fu bloccata da un'altra che procedeva in direzione inversa e in senso vietato. Gli assassini si avvicinaro al finestrino e cominciarono a sparare da una pistola calibro 9 in rapida successione, centrando il cuore, la testa e la gola del sindaco, seduto al posto di guida.
“Un omicidio con modalità brutte e pesanti, un'esecuzione cattiva con troppi colpi, per un omicidio”, così commentò subito il pm Greco, che continuò dicendo: “Negli ultimi tempi era preoccupato e mi teneva costantemente informato sugli sviluppi di alcune vicende. Era un uomo che si batteva contro l'illegalità, sempre in prima linea. Quando accadeva qualcosa di particolare sul suo territorio, me lo segnalava. Un'uccisione feroce, fatta per colpire chi, forse, aveva scoperto qualcosa che non doveva scoprire”. Non hanno ucciso solo un uomo hanno ucciso una speranza per il Cilento. Era un simbolo di legalità. Hanno voluto colpire chi si opponeva all'illegalità”.
Probabilmente, la maggioranza dell’opinione pubblica, nell’apprendere la suddetta notizia, fu portata a pensare (date le vicende di cronaca nera che coinvolgono il territorio campano) che, citando sempre Saviano, “fosse normale, fisiologico per un sindaco del meridione essere vittima dei clan”. Invece no! Il Cilento, un territorio caratterizzato da tanti piccoli Comuni, dove ci si conosce tutti, fortemente radicato nei valori della famiglia, delle tradizioni, non era per nulla abituato e preparato ad un simile evento. Infatti, la prima reazione fu quella d’incredulità. L’intera popolazione rimase attonita. Man mano che la notizia si diffondeva, portava con sé uno strano silenzio, carico di significato. Lo stupore lasciò il posto alla paura, prima, e alla rabbia poi: con l’assassinio di Vassallo, il nostro Cilento era stato VIOLENTATO!
Dalla sua morte, diversi sono stati i tributi a lui attribuiti, giusto per citarne alcuni: Il parlamento europeo gli dedicò un minuto di silenzio e il presidente dell'assemblea Jerzy Buzek, aggiunse che «…la sua morte non deve passare invano». Gli è stato dedicato il film di Luca Miniero "Benvenuti al sud" con Claudio Bisio protagonista. Rainews24 lo ha nominato uomo dell’anno. Il sindaco-pescatore è stato ricordato anche il 21 marzo 2011 nella Giornata della Memoria e dell'Impegno di Libera, la rete di associazioni contro le mafie, che ogni anno in questa data legge il lungo elenco dei nomi delle vittime di mafia e fenomeni mafiosi.
Così, alla vigilia del primo anniversario della sua scomparsa, anche il suo Comune si appresta a ricordarlo. Infatti, il 3 settembre alle ore 20.30 presso il Porto di Acciaroli ci sarà la presentazione del film documentario “Al di là del mare” diretto da Luca Pagliari. Un progetto che nasce dal bisogno di raccontare un Angelo Vassallo intimo.
Come afferma Pagliari, “Il titolo ‘Al di là del mare’ nasce dalla necessità di scoprire tutto quello che Vassallo ha compiuto mettendo al servizio della comunità i valori di tenacia e caparbietà legati al suo originario duro lavoro di pescatore. In questo film parlano gli umili, quelli che con Angelo hanno condiviso lotte, che lo hanno sopportato e supportato nei momenti in cui aveva un sogno da inseguire che puntualmente riusciva poi a realizzare.”
Invece, il 5 settembre, sempre ad Acciaroli, alle ore 18.30 verrà presentato “Il sindaco pescatore” il libro scritto a quattro mani dal fratello di Angelo Vassallo, Dario, presidente della Fondazione, e Nello Governato. Spiega Dario Vassallo,“Vorrei che per i primi lettori fossero gli 8.000 sindaci italiani, perché nel nostro Paese ci si renda conto che gli amministratori possono davvero cambiare le cose, partendo dal rispetto della legge e dalla tutela dell’immenso patrimonio storico culturale e ambientale in nostro possesso .Queste storie meritano di essere raccontate, di mio fratello e delle sua politica si è parlato solo dopo la morte, perché in vita era per molti un personaggio scomodo. L’obiettivo della nostra Fondazione oggi è lavorare attivamente per continuare l’opera iniziata da Angelo e raccontare il più possibile la sua storia: perché possa diventare un modello per il Paese.”
Da quel 5 settembre di un anno fa, nessuno degli abitanti del Cilento ha dimenticato e vuole dimenticare l’accaduto, in quanto è diventato un dovere morale e civico mantenere vivo l’esempio di legalità che è costato la vita ad Angelo Vassallo. Come afferma una pagina di Facebook dedicata al sindaco, “Hanno ucciso Angelo Vassallo, non il sogno del Cilento”. Hanno ucciso l’uomo, non le sue idee.
Ciao Angelo!
“Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola”.
Giovanni Falcone
Rosy Merola