Cronaca

Il pentito Lo Verso cita Schifani al processo Mori

PALERMO, 26 OTTOBRE 2011 – Al processo dell’ex generale dei carabinieri Mario Mori, Stefano Lo Verso, vivandiere e autista del latitante Bernardo Provenzano, consegna alla giustizia i nomi dei politici che gli furono indicati dallo stesso Provenzano e da altri boss.[MORE]

<<Nicola Mandalà mi disse che con la politica non avevano problemi né a livello regionale né a livello nazionale, perché avevamo nelle mani l’amico e il socio di suo padre, Renato Schifani e Marcello Dell’Utri, e al centro avevamo Cuffaro e Romano>>.
Schifani è presidente del Senato e indagato dalla Procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa, il senatore Dell’Utri è stato condannato in secondo grado per lo stesso motivo e attende il verdetto della Cassazione, l’ex governatore della Sicilia Totò Cuffaro è in carcere con una pena di sette anni di reclusione, mentre Saverio Romano, ministro dell’Agricoltura, aspetta di sapere se verrà processato o no.

Durante il processo Mori, il pentito ha affermato di aver saputo direttamente da Provenzano che la latitanza del capo di Cosa nostra era <<protetta sia dai politici sia dalle forze dell’ordine, in passato anche da un potente dei carabinieri>>. Non rivela chi fosse l’aggancio nelle forze dell’ordine, ma offre una nuova versione sull’omicidio dei giudici Falcone e Borsellino nel 1992. <<Diceva che a sapere la verità erano rimasti in tre: lui, Totò Riina e Giulio Andreotti. Gli altri due che la conoscevano erano morti, Lima e Ciancimino>>. Secondo Lo Verso <<Lima venne eliminato da Riina perché contrario alle stragi>> e lo stesso Riina volle togliere di mezzo Falcone e Borsellino <<per fare un favore ad Andreotti>>.

Dell’Utri, prosegue il pentito, prese il posto di Lima mettendosi in contatto <<con i suoi uomini>>.
<<Per quello che mi disse Provenzano, è sempre il politico che cerca il mafioso>>.
L’ultimo nome della politica, Lo Verso lo lascia intendere. È quello di Beppe Pisanu, ministro dell’Interno del governo Berlusconi (2002-2006) e oggi presidente della commissione antimafia. Tesi che sembra avvalorata da una telefonata, avvenuta nel 2004 tra Cuffaro e Berlusconi, nella quale il premier diceva al presidente della regione: <<La ragione principale per cui ti telefono, il ministro degli Interni… mi ha parlato e mi ha detto che tutta la… è tutto sotto… sotto controllo>>.

Gaia Seregni

(In foto: Schifani, fonte: repubblica.it)