Estero
Accordo Israele-Hamas: 1027 detenuti in cambio di Shalit
GAZA, 14 OTTOBRE - Ghilad Shalit, catturato nel 2006, tornerà a casa. L’intesa per la sua liberazione è stata annunciata martedì sera, con la conferma da parte di Hamas e la ratifica del governo di Israele. L’accordo è stato mediato dell’Egitto e il contraccambio sarà la liberazione di 1027 detenuti politici palestinesi. Secondo fonti vicine a Hamas, tra i detenuti ci sarebbe Marwan Bearghuti, esponente dell’ala movimentista del Fatah, condannato a cinque ergastoli in Israele come promotore delle violenze della seconda intifada. Ma il governo di Israele non conferma.[MORE]
Dopo mesi di silenzio assoluto, il via libera per l’intesa ha scatenato l’esultanza del popolo palestinese, dalla Striscia di Gaza decine di migliaia di persone e attivisti si sono precipitati in strada al canto di “Vittoria”.
Il caporale Shalit, dopo cinque anni di prigionia in totale isolamento, dovrebbe essere consegnato all’Egitto per poi essere restituito a Israele in un secondo momento.
Gli israeliani hanno accolto la notizia dello scambio con emozione: “Stiamo dimostrando, una volta di più, che ognuno dei nostri soldati è un mondo a sé, e faremo uno sforzo estremo per portare a casa Shalit. L’accordo è difficile, ma era il migliore che si potesse raggiungere in queste condizioni”, ha detto il Ministro della Sicurezza Interna Matan Vilnai. Inoltre ha aggiunto che i negoziati segreti sono divenuti sempre più concreti negli ultimi tre mesi, non portando a ottenere tutto ciò che Hamas avrebbe voluto.
“Abbiamo ottenuto il massimo possibile, e stiamo nuovamente provando che faremo ogni possibile sforzo per portare a casa i nostri soldati”, ha detto ancora Vilnai.
Il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha definito l’accordo per lo scambio raggiunto con Hamas una “decisione difficile e costatagli cara”. Ha tenuto a precisare che “non si poteva fare altrimenti di fronte alle pressioni dei cittadini e delle famiglie che direttamente sono state vittime di atti di terrorismo”. Assumendosi le responsabilità per lo scambio, il Premier israeliano ha chiarito che “la comunicazione con il Movimento di Resistenza islamico palestinese, non è stato per niente semplice, mentre i negoziati sono avvenuti con l’intermediazione egiziana”.
I familiari di Shalit frenano l’entusiasmo: “Abbiamo sopportato troppe delusioni – dice il padre del caporale, Noam Shalit – dopo cinque anni trascorsi in cerca di soluzioni, speriamo che questi sviluppi siano seri”. Da oltre un anno i familiari del soldato prigioniero di Hamas sono accampati in una tenda a Gerusalemme, poco distante dalla residenza del Premier Netanyahu. Più volte l’accordo è sembrato vicino, ad un passo dall’essere raggiunto, per poi sfumare con la comprensibile delusione dei familiari: “Manteniamo un cauto ottimismo”.
Sabrina Brandone