Criminologia
Abusi sessuali su minori, i danni psicologici. Ne parliamo con lo Psicologo Clinico Mirco Turco
LECCE, 16 OTTOBRE - Secondo quanto emerge dal Dossier della Campagna “Indifesa” di Terre des Hommes, in Italia, nel 2016, 5.383 minori sono stati vittima di violenza; una media di circa 15 bambini ogni giorno. Accertato che si tratterebbe prevalentemente di bambine: sei casi su dieci. Le vittime di abusi sessuali, invece, sono quasi mille ogni anno per una media di due bimbi al giorno.
Oltre la lettura dei meri dati, ci si interroga sulle conseguenze psicologiche e i sugli eventuali danni psichici derivanti dagli abusi sessuali nell’infanzia. Per questo motivo, InfoOggi ha deciso di rivolgersi al Dottor Mirco Turco: Psicologo, specializzato in Ipnosi Clinica, Criminologo, Esperto in Programmazione Neuro Linguistica e Comunicazione Non Verbale, Esperto in valutazione stress lavoro correlato e mobbing.
Dottor Turco, quali sono i danni psicologici che potrebbe riportare un bimbo, vittima di abusi sessuali?
“Riconoscere un abuso sessuale su un bambino non è cosa semplice, al contrario di quanto l'opinione comune possa pensare. Il bambino, sovente, è l'unico testimone dell'accaduto. A differenza di un maltrattamento fisico, l'abuso sessuale lascia segni meno evidenti e quando il bambino è molto piccolo le cose si complicano maggiormente a causa delle ovvie difficoltà comunicative verbali. È necessario, allora, che l'esperto che indaga abbia conoscenze e competenze specifiche, soprattutto per analizzare atteggiamenti, comportamenti e manifestazioni non verbali del minore. Una “diagnosi” di abuso sessuale può essere effettuata solo dopo una valutazione approfondita degli aspetti psicologici, fisici e comportamentali del bambino. Una percentuale di bambini, inoltre, potrebbe avere comportamenti asintomatici. Un ulteriore difficoltà è legata all’età del bambino e quindi alla sua suggestionabilità, fraintendimento, persuasione, capacità, in sostanza, di esternare la verità.
Se i segni fisici di un abuso sessuale sono più palesi o evidenti, gli indicatori psicologici e comportamentali sono più complessi. Possono risultare una serie di problematiche che vanno dalla sfera emotiva, a cambiamenti delle abitudini alimentari, sino a problemi scolastici, comportamenti distruttivi, riscontrati soprattutto negli adolescenti, altre problematiche e disturbi psicologici con alterazioni del comportamento. Il cambiamento repentino di umore, il pianto improvviso, sensi di colpa, stati d'ansia, disturbi del sonno, malinconia, ossessioni, disturbi dell'evacuazione sono conseguenze riscontrate in caso di abuso sessuale. Su un piano comportamentale, invece, possiamo riscontrare un atteggiamento seduttivo nei confronti dell'adulto, ricerca inconsueta di attenzioni, comportamento irrequieto, isolamento, mutismo selettivo, ecc. In taluni casi, il repertorio psicologico e comportamentale è davvero più articolato: da bambini che mostrano un lamento continuo, a bambini che non piangono mai, da bambini “assenti” a bambini che diventano iperattivi, da bambini ossessionati per l'ordine e la pulizia, a bambini senza alcuna curiosità. Le problematiche psicologiche di un bambino abusato possono quindi essere davvero tante! L'abuso sessuale è comunque un atto intrusivo che produce una terrificante sensazione di frammentazione e disintegrazione”.
Molti clinici affermano che il bambino abusato si sente tradito in primis dalla madre, la quale non ha saputo proteggerlo ed evitare che accadesse la violenza. È mera teoria o questo meccanismo psicologico può verificarsi?
“Che i figli diano spesso la colpa ai genitori non è un fatto nuovo e non dobbiamo sicuramente “scomodare” Freud per affermare che il ruolo della madre è di strategica rilevanza così come anche quello paterno. Colpevolizzare il genitore per una situazione di abuso sessuale o presunto abuso lo riterrei, nonostante tutto, “tipico” se il reato è avvenuto all'interno della propria famiglia. Le persone abusate portano, infatti, dentro di sé un profondo tradimento provocato da coloro che si sarebbero dovuti occupare di loro. Questo comporta un profondo senso di sfiducia e di diffidenza nei confronti delle persone e del mondo circostante”.
Prima ha spiegato ai lettori gli eventuali danni psicologici che possono insorgere dopo l’abuso. Potrebbe indicarci, invece, anche gli esiti psichiatrici?
“Qualsiasi problematica psicologica e comportamentale potrebbe, se non riconosciuta e affrontata con le opportune professionalità e “cautele”, sfociare sicuramente in disturbi più complessi o se vogliamo in patologie psichiatriche. Dai disturbi d'ansia a quelli dell'umore, da disturbi dissociativi al disturbo post traumatico, sino a disturbi di personalità. Da non sottostimare gli eventuali disturbi nella sfera sessuale che potrebbero, tra l'altro, spingere la vittima, con il tempo, a “passare dall’altro lato”. Non è un caso che esiste la “Teoria dell’abusato abusatore”! Ovviamente, con tutte le cautele e gli approfondimenti e ragionando per eccesso, dovremmo riflettere anche sulla constatazione che una percentuale di criminali violenti, hanno nel loro trascorso, anche evidenze di abusi sessuali subiti. L'American Academy of Child and Adolescent Psichiatry propone uno schema dei sintomi e dei comportamenti che possono presentarsi nei bambini abusati: sintomi da angoscia, reazioni dissociative, depressione, disturbi del comportamento sessuale”.[MORE]
Quanto conta ed è importante un valido supporto familiare sul quale poter contare?
“Un supporto familiare è sempre fondamentale e strategico ma non è sufficiente. La vittima di abuso sessuale andrebbe sempre e comunque “seguita” da un professionista del settore e per un certo periodo di tempo. Tra l'altro, anche la stessa famiglia della vittima andrebbe sostenuta, affiancata, accompagnata in tale difficile percorso”.
L’essere stato vittima di abusi potrebbe far sì che da adulto il soggetto possa divenire a sua volta abusatore. Una sorta di riscatto? È sempre così?
“Precedentemente, accennavo alla “Teoria dell’abusato abusatore”. I reati dell’abusatore adulto possono essere in parte una ripetizione di un'aggressione sessuale subita da bambino, quindi un tentativo di sbloccare traumi sessuali irrisolti. Alcune aggressioni sessuali sembrano, infatti, avere le stesse caratteristiche della vittimizzazione subita (es. età, atti, modalità, …). Statisticamente, tra i pedofili, vi è un alto numero di vittime di abuso sessuale infantile. Le vittime di abuso, secondo tale teoria, agirebbero, a loro volta, per “superare” un senso di impotenza, l ‘immagine di sé negativa, la perdita di fiducia nel prossimo, il timore di una minaccia o pericolo incombenti. Ad ogni modo, esistono altre teorie al riguardo: da quelle della psicanalisi, a quelle di Jung, dalla teoria dell’identificazione parentale, sino al modello delle precondizioni e all'approccio psichiatrico. Anche in questo caso, siamo in un campo molto articolato e complesso”.
Eventi traumatici come l’abuso sessuale possono essere la causa del disturbo psicopatico?
“Nel 1907 Krapelin coniò il termine “personalità psicopatica”, collocandola nel contenitore della “degenerazione”. Gli stati psicopatici, invece, appartenevano alla classe delle “pazzie degenerative o pazzie morali”. Successivamente, furono descritte sedici tipi di personalità psicopatiche. Nel 1952 l'American Psychiatric Association adottò il termine di “disturbo sociopatico di personalità o sociopatia”. “Lo psicopatico è una persona che apparentemente ha capacità normali ma ben presto, egli manifesta una condotta sconsiderata, insensibile e antisociale, inoltre manca completamente di rimorso o di sensi di colpa … Lo psicopatico manca di sincerità, può avere un sé grandioso, mente in modo patologico, ha un’affettività superficiale, manca di empatia”. Oltre a tale profilo, spesso emerge nello psicopatico uno scarso controllo del comportamento con comportamenti sessuali promiscui. Inoltre, molti psicopatici, così come coloro che compiono crimini efferati o “mostruosi”, hanno, tra l'altro, una storia pregressa di abusi sessuali e violenze fisiche”.
Quando il “mostro” è in casa. Da quali segnali, l’altro genitore potrebbe capire che il minore è vittima di abusi?
“Molti casi di violenza si verificano quotidianamente tra le mura domestiche! Se da un lato, in ogni famiglia, può esistere un certo livello di conflittualità, diverso è il nucleo in cui si consumano aggressioni e violenze. Un grande ostacolo nell’ accertare la verità è il vincolo affettivo che comunque lega i bambini ai propri genitori e l'atteggiamento quasi di normalizzazione degli stessi parenti, a volte, essi stessi complici e vittime! Occorre quindi un approccio investigativo molto acuto e attento all'interno di una famiglia abusante, poiché troveremo una certa mimetizzazione del crimine. Occorre considerare che si tratta di famiglie in cui emerge una certa insoddisfazione coniugale e una vera disgregazione. In alcuni casi, il genitore abusate soffre di un disturbo o disagio (depressione, psicosi, tossicodipendenza, alcolismo, …) o di una psicopatologia non diagnosticata. Secondo alcuni studi, il genitore o i genitori hanno delle sostanziali carenze effettive o fisiche o aver avuto loro stessi pregressi abusi. Fattori ambientali e socio-culturali avrebbero anche il loro ruolo (trascuratezza, isolamento, svantaggi, …). Un genitore dovrebbe sempre preoccuparsi in caso di cambiamento repentino del comportamento del proprio figlio e procedere con opportuni approfondimenti. Ovviamente, occorre una certa consapevolezza nel “leggere” atteggiamenti e comportamenti anomali nel partner sospettato. I bambini, invece, potrebbero manifestare atteggiamenti timorosi o di vera paura nei confronti dell'abusatore, potrebbero essere restii a comunicare, a stare soli insieme in casa. Segni comportamentali potrebbero, inoltre, essere: affermazioni spontanee di aver subito avances, molestie, abusi; bambini che simulano attività sessuale con parole, giochi, disegni; bambini che parlano di “segreti particolari” con un familiare; bambini che mostrano una certa “competenza” in materia sessuale inappropriata all’età; bambini con atteggiamenti sessualmente precoci, anche nei confronti del genitore abusante; masturbazione compulsiva; promiscuità sessuale; ecc. Le dinamiche incestuose dipendono, sovente, da fattori interni, ambientali, socio-culturali, familiari. Da un lato, quindi, occorre “sorveglianza” sui tratti psicopatologici del genitore sospettato, dall'altro lato, attenta osservazione del rapporto con il minore. A volte, ad esempio, l’abusatore controlla eccessivamente il figlio vittima, impedendogli di frequentare il “mondo esterno”, isolandolo. È il caso anche di una famiglia “endogamica” , che tende a scoraggiare ogni tipo di rapporto con l'esterno, poiché pregno di minacce e frustrazioni. Quindi, fattori socio-culturali giocano parimente un ruolo chiave. Il “mostro in casa” diventa dunque esito consequenziale”.
Una delle fasi dell’abuso è il “segreto”. Perché il minore potrebbe nascondere l’abuso? Quali sono le altre fasi?
“È molto difficile che alcuni bambini parlino di alcuni argomenti, così come gli adulti. Le ragioni sono spesso culturali, legate a stereotipi e tabù. Per un bambino occorre considerare però anche il livello di sviluppo cognitivo ed emotivo. Ma un “segreto” è legato anche al timore di aver causato il fatto, alla colpevolizzazione della vittima e alla vergogna. Spesso, inoltre, può esistere un’interazione simbolica tra vittima e aggressore, oltre a un forte legame di dipendenza, direi di perversa sopravvivenza. Mantenere il segreto però può anche essere motivato da un “imbroglio” relazionale creato dall'abusante, volto a preservare la sua condizione di predominio, con minacce, intimidazioni, controllo e ricatti. Ciò determina nel bambino una totale confusione tra ciò che è bene e ciò che è male, tra ciò che è lecito e ciò che non lo è, tra ciò che è piacevole e ciò che è spiacevole. Accondiscendere all’abusante, mantenendo dunque il segreto, gli permetterà di aspirare a qualche vantaggio, come essere unico, un prediletto o semplicemente ricevendo doni. Tali meccanismi creano, di fatto, una profonda frattura e l’interruzione del normale sviluppo psichico del bambino, con un radicale mutamento della percezione di sé e del mondo circostante.
Il bambino traumatizzato da un abuso non denuncia, non chiede aiuto, si sente spaventato ed incapace di reagire, è sopraffatto dal senso di colpa e dalla vergogna. Affinché possa essere aiutato e liberato, è necessario che qualcuno se ne accorga … è necessaria una cultura adulta impegnata nel rispetto dell'infanzia, una cultura adulta accorta e presente”.
Si ringrazia il Dottor Mirco Turco
Luigi Cacciatori