Cronaca
Abruzzo, rubata ampolla con il sangue di Wojtyla: sospetto sui satanisti
L’AQUILA, 29 GENNAIO 2014 – Continuano, anche con il maltempo, le indagini dei cinquanta carabinieri aquilani che, da circa tre giorni, cercano le reliquie rubate di Papa Giovanni Paolo II. Il furto, avvenuto nella notte tra sabato e domenica nel Santuario di San Pietro di Jeca, vicino L’Aquila, sembra rientrare nella pista del “furto su commissione”, ma non si può ancora esclude a priori il coinvolgimento di una setta satanica:
Ad accorgersi del colpo, la figlia del fondatore dell’associazione culturale “San Pietro della Jeca”, Francesca Corrieri, che ha lanciato immediatamente l’allarme. All’interno dell’ampolla rubata era contenuto il sangue che, il vecchio pontefice, aveva perso durante l’attentato del 1980: il regalo, donato dal segretario particolare di Giovanni Paolo II, Stanislaw Szuwisz, simboleggiava l’amore di Wojtyla per quel luogo alle pendici del Gran Sasso e la sua protezione.[MORE]
Il sangue e il dono fanno nascere i sospetti in Giovanni Panunzio, insegnate di religione e coordinatore nazionale dell’associazione Antiplagio, che mette in allerta i carabinieri sulla possibilità di atti satanici. Secondo Panunzio, infatti, i giorni del furto coincidono, secondo il calendario satanico, con l’inizio del dominio del demone Volac e con il capodanno di Satana, che cade il primo febbraio, ‹‹tale data rappresenta la nascita, le origini: in questa fase, il sangue e la croce diventano oggetti sacri da profanare››.
Nonostante le ipotesi e supposizioni, ogni pista resta ancora aperta, ma il maltempo non permette di setacciare la zona con i dovuti accorgimenti, anche se si stanno seguendo assiduamente le ricerche. I carabinieri, inoltre, stanno verificando le telefonate agganciate nella zona, prima e dopo il colpo, nel tentativo di avere ulteriori indizi e, magari, di ritrovare la reliquia prima di una sua possibile disfatta.
Erica Benedettelli
[immagine da si24]