Cronaca
Abruzzo, allarme acqua al veleno. Chiodi difende: "dal 2007 solo acqua purissima"
BUSSI SUL TIRINO (PE), 27 MARZO 2014 – È stata depositata la relazione dell’Istituto Superiore della Sanità – ISS - con una rivelazione choc: i 25 ettari di terreno nel territorio di Bussi, scoperti dalla forestale nel 2007, hanno erogato acqua contamina, nelle abitazioni, nelle scuole e negli ospedali, raggiungendo 700mila abruzzesi. Tra i veleni riscontrati vi sono il cloruro di vinile, tricloroetilene, piombo e mercurio.
La relazione, effettuata in data 30 gennaio 2014, è stata depositata dall’Avvocatura dello Stato durante il processo di appello di Bussi in corte d’Assise a Chieti. Sotto accusa ci sono gli ex vertici e amministratori della Montedison di Chieti che ha creato la più grande discarica d’Europa. Il documento di 70 pagine, firmato dai consulenti Riccardo Crebelli e Luca Lucentini, insieme a Pietro Comba, Ivano Iavarone, Mirko Baghino e Enrico Veschetti è l’ultima tappa di un processo che dura da quasi sette anni. [MORE]
Insieme alla Montedison, sono sotto inchiesta anche i dirigenti dell’Ato e dell’Aca, il consorzio che fornisce acqua nei centri di Pescara, accusati di commercio di sostanze contraffatte e adulterate – non ancora assolti in cassazione – e i dirigenti della Solvay per la mancata messa in sicurezza delle aree inquinate.
Ma tra le rimproveri lanciati dall’Iss, al termine del loro rapporto, c’è soprattutto ‹‹la mancanza di qualsiasi informazione relativa alla contaminazione delle acque con una molteplicità di sostanze pericolose e tossiche, solo una parte delle quali potrà essere tardivamente e discontinuamente oggetto di rilevazione nelle acque››. Questo, secondo l’ Iss, ha pregiudicato la possibilità di controlli tempestivi, nonché l’impossibilità da parte dei cittadini di prendere atto della situazione. Tutto ciò causa un riscontro negativo sulla salute per chi in quegli anni ha ingerito acqua inquinata, ‹‹serve d’urgenza una indagine epidemiologica sugli effetti dell’acqua contaminata sulla salute›› commenta il rappresentante del WWF Abruzzo, Luciano Di Tizio.
‹‹Nessun motivo di allarmismo perché la qualità dell'acqua che arriva nelle case degli abruzzesi, residenti nel bacino Chieti-Pescara, è ottima›› questa è stata la risposta del governatore uscente, Gianni Chiodi. In seguito alla notizia della relazione, il governatore ci ha tenuto a precisare che, dopo l’inizio delle indagini, i quattro pozzi di Bussi vennero chiusi e ‹‹il Commissario ne aprì subito altri quattro in località San Rocco e i valori dell'acqua tornarono nella normalità. Dal 2007, quindi, la popolazione del chietino e pescarese beve acqua purissima, potendo contare anche su una portata consistente che evita crisi idriche durante i periodi estivi››. Inoltre ha affermato di non essere a conoscenza della situazione idraulica prima dell’avvio delle indagini.
Erica Benedettelli
[immagine da ilcentro.it]