Cronaca
Abitudini e consumi: uno sguardo sulle pompe funebri
Un momento drammatico che caratterizza la vita di tutti noi è proprio quello del sopraggiungere della morte di un nostro caro o conoscente. Si tratta di un momento difficile da affrontare e che oltre ad un processo di guarigione mentale per lenire il dolore richiede di affrontare la fase dell’organizzazione del funerale. Come si comportano gli italiani rispetto a questa scelta? Cosa caratterizza il mercato delle agenzie funebri rispetto a questa evenienza? Il primo dato certo è che le persone fanno riferimento alle realtà di zona, come ad esempio le pompe funebri di Monza per i residenti del posto. Questo dato è fondamentale per analizzare l’andamento del mercato e ci offre una fotografia esplicativa da cui abbiamo tratto spunto per condurre una piccola analisi di cui parleremo in questo articolo.
Un settore importante per il panorama economico italiano
Le indagini di mercato si interrogano sull’andamento del settore delle pompe funebri a Monza così come nel resto d’Italia. Alla luce di alcuni dati emersi da Tanexpo, la fiera d’arte funeraria più importante al mondo che si è svolta a Bologna e che ha accolto quasi trecento espositori e ventimila partecipanti da cinquantacinque Paesi esteri, è chiaro che il settore non conosca crisi se lo si osserva dal punto di vista della domanda che non conta diminuzioni a fronte dei 650 mila decessi medi annui. Se però osserviamo il mercato dal punto di vista dei fatturati emerge come la minor liquidità nelle tasche delle famiglie unita alla comparsa di competitor esteri low costo abbia creato una flessione economica non trascurabile.
La crisi di liquidità
Le famiglie italiane cercano soluzioni per spendere meno e la liberalizzazione di quello che fino al 1998 era un mercato chiuso, ha comportato una significativa riduzione delle imprese manifatturiere impegnate nella produzione artigianale di bare di alta qualità rispetto alla crescita dell’offerta di minor qualità proveniente dal mercato estero. La produzione di bare è stata interessata da una flessione anche per via della sempre maggior richiesta di cremazione rispetto alla sepoltura. Si tratta di un aspetto ancora marginale ma che trova comunque interesse soprattutto al nord, con picchi di richieste presso le pompe funebri di Monza e Milano. La cremazione è ancora una scelta marginale che, tuttavia, cresce del 10% annuo.
Quali scenari futuri?
Da un punto di vista sociale, infine, il numero di decessi va di pari passo con l’aumento dell’aspettativa di vita per cui l’ISTAT ha riscontrato un invecchiamento della popolazione. Questo dato si unisce all’insieme di micro e macro dati che danno la fotografia del quadro economico italiano e per il quale emerge che la popolazione sia in una fase di dimezzamento proprio per via dell’invecchiamento e della minor fecondità rispetto a cinquant’anni fa. Un maggior numero di anziani ed una presenza dimezzata di nuovi figli provoca uno stallo economico rispetto all’ingresso sul mercato di risorse da lavoro e questo influisce sul sistema pensionistico e sulla liquidità a cui hanno accesso le famiglie. Lo scenario che si presenta alle imprese funerarie, quindi, richiede di resistere alle nuove sfide economiche e sociali nella consapevolezza di poter contare sul fatto di essere uno dei settori produttivi di maggior rilievo nel nostro Paese.