A Zungri una mostra ricorda il terremoto dimenticato del 1905
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ZUNGRI (VV) - Il terremoto dimenticato è quello che la notte dell'8 settembre 1905 sconvolse la Calabria centro-meridionale (600 morti e migliaia di feriti).
Un terremoto dimenticato, perché come "oscurato" dal tremendo cataclisma che tre anni dopo, la notte del 28 dicembre 1908, rase al suolo Reggio Calabria e Messina.
Dimenticato perchè la ricostruzione fu travagliata assai, per lunghi periodi nessuno se ne occupò: durò quasi un secolo in alcuni paesi. Ci fu chi visse tutta la propria esistenza in quelle baracche.
Ma il terremoto è dimenticato anche perché ancor oggi sono quasi del tutto assenti profonde necessarie attività di informazione, di educazione, di prevenzione antisismica. Soprattutto in queste terre di forte sismicità, una delle più alte della penisola.
La Mostra di immagini e documenti del terremoto dell'8 settembre vuole contribuire a ricordare questi piani e a sensibilizzare; è patrocinata dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, dalla Regione Calabria.[MORE]
Saranno tra l'altro distribuiti ai visitatori materiali informativi sui terremoti, su come ci si può difendere, su cosa fare in caso di sisma.
Attraverso le immagini e le cronache della stampa nazionale e locale dell'epoca si ricostruiscono i giorni del disastroso terremoto e del post terremoto. Le immagini esposte, pubblicate allora su vari giornali (Illustrazione Italiana, Domenica del Corriere, Tribuna illustrata, Il Mattino, L'Ora, La Stampa, etc.) documentano gli effetti devastanti del sisma, i ricoveri provvisori dei terremotati, i primi attendamenti e la costruzione delle baracche, i soccorsi, le iniziative in solidarietà coi terremotati che in forme davvero massicce si organizzarono in tutta Italia.
Immagini che mostrano anche, e per la prima volta, spaccati delle condizioni sociali ed economiche della Calabria d'allora, le abitazioni, i costumi, l'estrema povertà... nonché l'avvio della ricostruzione - che fu poi lenta e assai travagliata - in cui grande e significativo ruolo ebbero, come già nei soccorsi, i Comitati pro-terremotati sorti un po' ovunque in Italia e in vari Paesi; il Comitato Milanese, quello Genovese, Livornese, Napoletano, Bolognese...
Si potranno vedere anche varie pagine dei giornali nazionali e locali dell'epoca e alcuni "numeri unici" realizzati con l'obiettivo di informare e raccogliere fondi pro-terremotati.
La stampa dell'epoca seguì intensamente la tragedia calabrese, almeno nelle prime settimane; in Calabria giunsero le "firme" più note e prestigiose, Barzini, Scarfoglio, Morgari, Malagodi... Luigi Barzini, il leggendario inviato del Corriere della Sera, raccontò all'Italia con memorabili reportages la Calabria sotto le macerie e puntò il dito con parole taglienti e accorate sulle vecchie piaghe e le nuove ingiustizie della sventurata regione, dove tra l'altro era in corso un gigantesco esodo migratorio verso le Americhe.
Il 20 settembre per esempio così scriveva: "Questa gente non crede più ai suoi capi, ai suoi signori, ai suoi padroni e si getta, piena di speranza, verso gli estranei che arrivano, con la foga di chi cerca una liberazione; trova parole che scendono al cuore, le quali rivelano quelle profonde sofferenze, inaudite, infinitamente antiche, che il terremoto ha scosso, facendone cadere in un minuto i terribili frutti maturi.
Noi abbiamo potuto facilmente constatare che il terremoto ha portato così vasto danno e tanto strazio precisamente perché le preesistenti condizioni del paese erano sciagurate...
I danni del terremoto sono immensi, ma sono le vecchie piaghe della Calabria che li hanno fatto tali e che adesso rendono difficile ripararvi. Non si immagina che cosa avveniva in questa bella terra, di oppressioni, di sfruttamenti, di angherie, di violenze impunite sulla misera pelle degli umili, sulla gran massa del popolo, che ora piange nei campi..."