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A serio rischio la gestione delle carceri? "In Calabria piu' che altrove..."

Emergenza carceraria: i previsti tagli – questa la scellerata risposta del governo - metteranno a serio rischio la gestione delle carceri …… in Calabria piu’ che altrove …
Catanzaro 25 luglio 2012 - Le dichiarazioni del Ministro della Giustizia, precedenti l’approvazione del D.L. 95/2012, assicuravano di preservare dai tagli tutto il personale del suo Ministero e in particolare coloro che lavoravano nei tribunali e nelle carceri.

In realtà il comma 7 dell’art.2 del D.L. 95/2012, prevede per il Ministero della Giustizia, il solo esonero dai tagli per il personale amministrativo degli uffici giudiziari, ma non di quello in servizio presso i servizi ed Istituti penitenziari.

Che fine hanno fatto le rassicurazioni iniziali? Com’è possibile che ciò accada?
Questi alcuni degli interrogativi che il Segretario regionale Schiavone, il responsabile di settore Giustizia-Dap, Giusta, ed il responsabile della comunicazione, Iuliano di UGL-INTESA F.P. Calabria, si pongono e rivolgono in primis agli addetti ai lavori, ma più in generala ai cittadini tutti.

Com’è notorio, infatti, -a livello nazionale- il personale del comparto ministeri dell’Amministrazione Penitenziaria (costituito da assistenti sociali, educatori, contabili, amministrativi, tecnici vari) già da decenni opera in situazione di grave carenza di organico (valutabile intorno al 40% circa -3500 unità in servizio, a fronte di 5800 previste). [MORE]

Questa situazione è maggiormente avvertita in Calabria, dove decine di unità del Corpo di Polizia Penitenziaria sono quotidianamente distolte dai loro compiti istituzionali per essere adibite a compiti di pertinenza del personale c.d civile - aggravando il servizio di competenza del proprio Comparto, quello Sicurezza, senza peraltro riuscire affatto a risolvere i problemi e le carenze dell’altro comparto.

A nulla sono valse le rimostranze dei direttori degli istituti penitenziari calabresi che hanno “fatto saltare” processi e interrogatori di detenuti in varie sedi giudiziarie per mancanza di uomini di scorta.

La situazione che si verrà a creare nella circoscrizione della Calabria – affermano nella loro nota Schiavone, Giusta e Iuliano – (quando sopprimeranno attraverso la prevista riduzione delle piante organiche, oltre 700 unità tra educatori, assistenti sociali, contabili etc…), non solo andrà a peggiorare la già ben nota carenza di personale, sia del comparto ministeri che di quello sicurezza, ma renderà, addirittura, ingovernabili le carceri.
Quel che lascia, per quanto possibile, ancor più basiti – proseguono i tre – e che tutto ciò accade mentre è in atto un piano straordinario di edilizia carceraria, che prevede la costruzione di nuovi Istituti e nuovi padiglioni in quelli già esistenti, nel tentativo di risolvere l’altrettanto ben noto problema di “sovraffollamento” nelle carceri.

Ebbene – incalzano Schiavone, Giusta e Iuliano – attuando i predetti tagli, anche se fossero realizzate oggi, tali nuove strutture, non potrebbero essere aperte per carenze di personale. Pertanto, immaginando che ne il Governo, né il Parlamento, in sede di approvazione, avranno la voglia e la forza politica di fare un passo indietro per modificare il predetto D.L. in questione, occorrerà “attrezzarsi” a livello periferico per fronteggiare al meglio l’emergenza.

A tal fine, seguendo il solco tracciato dalla segreteria nazionale
(il Responsabile confederale nazionale del pubblico impiego dellUgl-Intesa, Paola Saraceni, che il prossimo 25 luglio 2012 avrà un incontro con il ministro della funzione pubblica in tema di walfare, ha recentemente affermato“

LO STATO, LUNGI DALL’ABBANDONARE I SUOI PRESIDI CHIUDENDO I SUOI UFFICI, DEVE RENDERLI PIU’ EFFICIENTI E PIU’ PRODUTTIVI, INVESTENDO ANCHE E SOPRATTUTTO IN RISORSE UMANE; L’IMPOVERIMENTO E LA MORTIFICAZONE DEI PUBBLICI DIPENDENTI PORTERANNO ALL’ULTERIORE INDEBOLIMENTO DELLO STATO, AL DEPOTENZIAMENTO DEI SUOI SERVIZI E DELL’INTERO SUO SISTEMA ECONOMICO. UN AUTENTICO PROCESSO DI CONTENIMENTO DELLA SPESA PUBBLICA E DI RILANCIO DEL SETTORE PUBBLICO, PASSA ATTRAVERSO IL PIENO RICONOSCIMENTO DELLE PROFESSIONALITA’ INTERNE E L’AFFIDAMENTO ESCLUSIVO AI FUNZIONARI PUBBLICI DEI COMPITI PROPRI DELLE PREROGATIVE DELLO STATO ...” )

e, raccogliendone il testimone, UGL-INTESA Funzione Pubblica Calabria – concludono Schiavone, Giusta e Iuliano – vuole invertire la rotta rispetto alla tradizionale azione di protesta e, facendo appello alla sensibilità del signor Provveditore, lancia una proposta (che si riserva di meglio delineare con separata e dettagliata nota) che è al tempo stesso un invito alla direzione generale dell’Amministrazione Penitenziaria della Calabria: avviare una serie di incontri con i rappresentanti sindacali per promuovere iniziative volte a fronteggiare –insieme- l’inevitabile situazione che si andrà a creare, rafforzando le sinergie per giungere –uniti- a positivi e significativi risultati, malgrado gli scarsi mezzi economici disponibili (per il ben noto restringimento di bilancio), indirizzando ancor meglio le risorse - finanziarie e umane - verso quei bisogni che sono insopprimibili e insostituibili, con un programma di interventi utili, che allontani gli sprechi e le doppiezze delle azioni, ma che tenga conto non solo delle esigenze del datore di lavoro ma anche delle “terrene ed umane” necessità dei dipendenti; il tutto prima che l’intera questione diventi un congegno pronto ad implodere.

Ciò, nel pieno convincimento che:
a) la condivisione dei problemi aiuta alla migliore risoluzione a patto che le parti si sintonizzino sulla stessa lunghezza d’onda;
b) mai , come in questa occasione, lo scopo del datore di lavoro (Amministrazione pubblica) e dei dipendenti/lavoratori (rappresentati legittimamente dal sindacato), è più che proteso verso il medesimo obiettivo (riportare la gestione della cosa pubblica nei ranghi ristretti del principio economico-finanziario di riequilibrio dei bisogni e di risparmio della spesa);

c) nessuno può immaginare di sottrarsi al dovere di far andare meglio la macchina dello stato così come nessuno può rinunciare al diritto di viverci meglio e, possibilmente, con meno sacrifici, specie se improduttivi.
d) i tagli lineari - cui spesso il governo ricorre per praticità e speditezza - non sono giustificati in una realtà operativa e ponderata come il provveditorato regionale dell’A.P. (che non attua una politica economica che studia gli effetti dell'intervento dei poteri pubblici) che è un’unità organizzativa capace di decodificare i bisogni e mettervi di fronte assunzioni di responsabilità.

(notizia segnalata da ANTONELLO IULIANO)