"A parrata majidise", il libro per chi ha voglia di riappropriarsi delle proprie radici
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"A parrata majidise", il libro per chi ha voglia di riappropriarsi delle proprie radici

giovedì 19 maggio, 2011

Riceviamo e pubblichiamo

19 maggio 2011, Lamezia Terme - Sarà presentata sabato 21 maggio alle ore 18 presso il “Museo Archeologico” di Lamezia Terme, la seconda edizione del libro “A parrata majidise”. Grammatica e vocabolario del dialetto di Maida, di A. Araco e L. Greto Ciriaco La Lanterna editrice, 2011 pp. 377. L'obiettivo di questo lavoro è di fornire, a chiunque voglia riappropriarsi del dialetto maidese, quale lingua delle proprie radici, o chiunque voglia conoscerlo, una guida grammaticale e consigli pratici, utili a superare difficoltà lessicali e grafiche. [MORE]Dopo la prima edizione il testo è stato sottoposto a verifiche e perfezionamenti per l’intero contenuto. In particolare, la parte dedicata al vocabolario è stata arricchita da un migliaio di nuovi lemmi, sono stati apportati miglioramenti all'impaginazione e alla grafica, seguendo le indicazioni ed i consigli del prof. Paolo Martino (ordinario di “Glottologia e Linguistica generale”, presso l’Università LUMSA Roma). Non esiste lingua che non abbia le sue tradizioni. Per questo “A parrata majidise” è anche analizzata e raccontata con gustose favole e proverbi tipici della tradizione maidese che si inquadrano nella tradizione popolare calabrese. È stato aggiunto, così, il capitolo “Etnotesti” che consiste in una raccolta di favole ed antichi racconti. L’iniziativa, organizzata dall’Associazione culturaleLa Lanterna” e dall’Associazione archeologica lametina, prevede l’intervento di Lucio Leone, Stefania Vasta Iuffrida, Pasqualina Torcasio, Rita Cervadoro, oltre che dei due autori dell’opera, Antonio Araco e Leopardi Greto Ciriaco. Nella prefazione al libro il Prof. Paolo Martino sottolinea come “questo libro è più di un semplice disegno grammaticale; si configura come un vero e proprio thesaurus della cultura di un centro della Calabria mediana”. Di quell’area, cioè, dove, procedendo da nord verso sud, finisce la Calabria latina (che va da Cosenza in su) ed inizia la Calabria greca (che va da Catanzaro e Nicastro in giù).


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