Cronaca
A parigi, un "e-G8" raduna i grandi del Web
Parigi ospita alle Tuileries la prima edizione dell’ “eG8”, un vero e proprio raduno mondiale degli oltre mille protagonisti del web, riuniti oggi in un’iniziativa promossa dal presidente Nicolas Sarkozy per affrontare il tema della necessità o meno di una nuova governante mondiale della rete. Il capo dell’Eliseo insiste sull’importanza di regole e valori anche online (la Francia, all’avanguardia nella protezione del copyright, ha introdotto ben due leggi per contrastare la pirateria online) , e lancia un appello alla responsabilità a tutti gli operatori, ricordando l’importanza economica di Internet, in grado di generare 8000 miliardi solo con il commercio in linea.[MORE]
Preoccupati più per lo sviluppo di infrastrutture e tecnologie che per una regolamentazione(di cui si dovrebbe parlare in un secondo momento), l’amministratore di Google Erick Schmidt e il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales, che sottolinea il bisogno di garantire la possibilità di connettersi a persone dall’India, dalla Cina, dall’Africa.
Emerge, quindi, una divisione tra chi si dice a favore di un Internet completamente aperto e chi preferirebbe introdurre dei limiti; a lavori conclusi, domani sera, le due visioni andranno conciliate in una dichiarazione congiunta che sarà presentata ai capi di Stato e di Governo al G8 di Deauville, con la speranza, si augura Rupert Murdoch, presidente di News Corporation, che i grandi della terra sappiano confermare con forza i diritti dei creatori e degli autori. L’imprenditore australiano ha ribadito inoltre che il futuro della rete è il capitale umano, insistendo sulla necessità di “portare la rete nelle scuole”, per rivoluzionare un settore, quello dell’educazione, che risulta uno dei pochi non ancora particolarmente toccati dalla tecnologia dell’informazione.
La discussione continuerà fino a domani in serata, e vedrà numerosi interventi anche a riguardo del rapporto tra web e stampa; la conclusione dei lavori sarà invece affidata a Mark Zuckerberg,Ceo di Facebook.
Simona Peluso