Economia
A Mirafiori vince il SI, ma la partita non è chiusa
Nel referendum sullo stabilimento Fiat di Mirafiori vince il sì. Fra l’amarezza generale, la rassegnazione di molti e la soddisfazione di pochi, sono stati decisivi nell’esito finale delle consultazioni i “colletti bianchi” che con il loro voto hanno ribaltato il risultato: favorevoli 2.735 voti (54,05%), contrari 2.325 voti (45,95%). Nella tarda serata di venerdì era cominciato lo spoglio dei seggi dove avevano votato gli operai addetti al montaggio e stavano vincendo i no, poi con lo scrutinio del quinto seggio, quello degli impiegati, meno toccati dalle nuove regole, il risultato si è capovolto.[MORE] A Mirafiori hanno vinto i 'sì' ma il referendum non chiude la partita nella vicenda Fiat. I favorevoli all'accordo separato hanno vinto con il 54%, ma si ytratterebbe di una vittoria di misura in cui ha pesato il voto degli impiegati e che lascia una fabbrica divisa a metà, con un malessere tra i lavoratori espresso nonostante la minaccia di chiudere lo stabilimento.
L'amministratore delegato Sergio Marchionne e la presidentessa di Confindustria, Emma Marcegaglia, festeggiano la vittoria come una "svolta storica" rassicurando i lavoratori sull'inviolabilità dei diritti e sostenendo all’unisono che ora l'azienda presenta tutte le condizioni necessarie per dare seguito all'investimento su Mirafiori.
Da più parti arriva inoltre il messaggio di superare le tensioni e di riaprire il dialogo, anche perché c'è tutto il tempo per farlo. Governo, industriali e sindacati chiedono di far partire immediatamente gli investimenti, ed allo stesso tempo di guardare avanti, per costruire "nuove relazioni industriali": dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che invoca più "coesione sociale", ad Emma Marcegaglia, che ha chiede di "lasciare alle spalle le contrapposizioni", fino al leader della Cisl, Raffaele Bonanni, secondo cui è assolutamente necessario "sanare le fratture". La Cgil, che si è ricompattata con la Fiom dopo settimane di tensione, prova a fare la prima mossa con la sua proposta sulla rappresentanza: un accordo consentirebbe infatti alla Fiom, di rientrare nelle fabbriche Fiat, riaprendo il dialogo tra le parti sociali. Un passaggio con cui far ripartire anche il tavolo sulla crescita con Confindustria e tornare a discutere del nuovo modello contrattuale, la cui “sperimentazione” scade tra un anno.
Emma Marcegaglia che ha seguito con grande interesse l'esito del referendum sostiene: «Mirafiori è certamente una svolta importante. Noi come Confindustria dobbiamo andare avanti, dare risposte a tutto il sistema produttivo, che è complesso e variegato». Occorrono quindi «regole su misura per settori e aziende. Non il Far West: alcuni principi condivisi dove ognuno può trovare la sua soluzione, mantenendo obiettivi comuni come una maggiore efficienza, produttività, riduzione di assenteismo».