Cultura e Spettacolo

A Lamezia lo spettacolo "Sira" nell'ambito della XII rassegna teatrale "Ricrii"

LAMEZIA TERME (CZ), 20 APRILE 2015 - L’affermazione di legalità, giustizia e solidarietà contro la logica efferata della mafia è stato il tema fondante dello spettacolo “Sira” inserito nell’ambito della XII rassegna teatrale Ricrii, diretta da Dario Natale, andato in scena al teatro Umberto di Lamezia Terme alla presenza di un pubblico non troppo numeroso forse a causa della concomitanza di altre iniziative culturali. Presentato dalla Compagnia Dracma, lo spettacolo di Tino Campanello ha posto lo spettatore di fronte a due attori, Paolo Cutuli e Andrea Naso, nel ruolo anche di regista , interpreti delle vicende di due uomini, uno molto giovane, l’altro adulto che si guardano su un palco immerso dal buio: vittima e carnefice allo stesso momento.  [MORE]

Il giovane, di nome Salvatore, deve eseguire l’ordine, imposto dal padre, di uccidere un giornalista che non si fa i fatti propri raccontando la criminalità e perfino testimone scomodo di un crimine. Secondo la logica criminale del padre per questi motivi il giornalista, un tempo professore, deve essere punito per farlo smettere a tutti i costi, anche se si deve compromettere la vita di suo figlio. Quello del giovane è il primo lavoro da compiere al quale non può sottrarsi perché gli ordini arrivano da chi calpesta etica, affetti e legalità e agisce secondo le leggi spietate della sopraffazione.

Tra i due attori protagonisti si intavola un dialogo mediante il quale il giovane viene a conoscenza che il giornalista, che deve uccidere, è stato suo professore che a scuola gli aveva inculcato sani principi. Adesso Salvatore, spaventato e esitante, si trova davanti ad un bivio: deve operare una scelta interiore che potrebbe rafforzare oppure rompere definitivamente, attraverso la disubbidienza, quel tragico filo che lo lega ad una vita contrassegnata dalla violenza. Il giovane, fortemente combattuto, trova la forza di dire di no agli eventi della sua vita determinati dalla volontà del padre e così riconquista la sua libertà e la sua dignità. Determinante sulla scelta di una giusta strada di vita è stato indubbiamente il percorso educativo ed umano che Salvatore aveva maturato a scuola sotto la guida del suo professore. Palese il messaggio, lanciato dallo spettacolo, sull’importanza dei canali educativi nelle istituzioni capaci di incidere positivamente nella vita di un adolescente ancor più di un genitore, quando questi, disattento o deviato, arriva al punto di non conoscere realmente il proprio figlio e le proprie attitudini, oltre a quello secondo il quale la mafia può essere sconfitta se considerata una “forma mentis” e quindi un’idea , che come tutte le idee, può essere abbattuta.

Lina Latelli Nucifero