Estero
A Fukushima si posticipi l'apertura delle scuole. La richiesta di Greenpeace
FUKUSHIMA, 31 AGOSTO 2011 - A quasi sei mesi di distanza dall'incidente alla centrale nucleare, i livelli di radioattività nelle scuole situate nella zona di Fukushima, sono ancora molto alti. A rilevarlo è uno studio effettuato da esperti di Greenpeace, i quali ora chiedono al governo di rimandare l'apertura delle scuole in quel territorio e mettere subito in atto un ulteriore piano di decontaminazione.[MORE]
Dal 17 al 19 agosto gli esperti hanno misurato i livelli di radioattività presenti in una scuola superiore, in un asilo nido e in un centro per l'infanzia, tutti localizzati nella zona di Fukushima e già sottoposti ai piani di decontaminazione ufficiali. “I risultati – fa sapere Greenpeace in una nota - 1.5 Micro Sievert in un'ora a un metro dal suolo in una scuola già decontaminata dalle autorità e 2 Micro Sievert in un'ora a un metro dal suolo in un parco del centro cittadino”. Livelli di radioattività che risultano “oltre 15 volte superiori agli standard di sicurezza nazionali”.
Se nei luoghi dove sono state effettuate decontaminazioni da parte delle autorità i livelli di radioattività risultano ancora al di sopra della dose massima consentita (1 mSv/y, cioè 1 MilliSievert all'anno), in alcune aree le comunità locali e le organizzazioni non governative hanno effettuato ulteriori “operazioni di pulizia”, che hanno determinato una diminuzione di tali livelli.
Proprio per questo motivo, per salvaguardare la salute dei bambini, secondo Greenpeace è necessario predisporre ulteriori piani di decontaminazione, affinché i livelli di radioattività siano portati “il più possibile al di sotto di 1 mSv/y”. Nel frattempo a Yoshihiko Noda, eletto primo ministro appena ieri, viene chiesto di posticipare l'apertura delle scuole della zona, già prevista per il 1 settembre. “Ridurre i livelli di esposizione alle radiazioni – scrive Greenpeace nel comunicato - per i bambini è possibile, ma si devono mettere in atto misure immediate per evitare qualsiasi pericolo per la loro salute”.
Il quotidiano giapponese Yomiuri Shimbun, ripreso questa mattina da diverse agenzie, intanto rende noto che nel raggio di 20 chilometri dalla centrale i livelli di radioattività risultano ancora molto elevati. I livelli di cesio 137 rilevati in 34 punti all'interno dell'area circostante la centrale, infatti, risultano più alti rispetto a quelli riscontrati nel 1986 a Chernobyl.
Serena Casu