Estero

Grecia: la nuova guida del Paese chiede l'annullamento dei patti sull'austerity

ATENE, 9 MAGGIO 2012- Il più giovane leader politico greco è, forse, l’uomo destinato a segnare il destino dell’economia dell’intera Europa. A seguito della rinuncia, dopo appena poche ore, al tentativo di formare un nuovo governo da parte di Antonio Samaras, il conservatore uscito vincitore dalle ultime elezioni, il presidente Karolos Papoulias ha messo il Paese nelle mani di Alexis Tsipras, ingegnere trentasettenne leader del partito della sinistra radicale Syriza, arrivato secondo alle elezioni.

Mentre il nuovo giovane leader sta tentando disperatamente di formare, nei tre giorni di tempo a lui concessi, un nuovo governo che guidi il Paese e che scongiuri il rischio di tornare nuovamente alle urne il 17 Giugno, agli occhi dei vertici dell’Unione Europea appare sempre più concreta la possibilità di un’uscita della Grecia dall’Eurozona. [MORE]

A supportare questo timore, oltre ai risultati delle elezioni di domenica dalle quali è chiaramente emerso il favore del popolo greco alle formazioni contrarie al piano di salvataggio Ue, le recenti dichiarazioni del nuovo capo del governo giocano un ruolo di primo piano: uno dei punti fondamentali del suo programma di risanamento politico consiste, infatti, nel convincere il suo predecessore Samaras e il leader socialista Venizelos a richiedere al Parlamento Europeo la cancellazione del secondo Memorandum firmato con tutti i creditori internazionali, nel periodo in cui erano questi erano alla guida del Paese.

La manovra è tuttavia già stata pesantemente respinta da Antonio Samaras, convinto che l’attuazione di un simile progetto porterebbe alla distruzione definitiva della Grecia, e dal presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, mentre più aperto e disponibile al dialogo con la sinistra radicale si è mostrato Venizelos, disposto a trattare qualsiasi soluzione Tsipras avrà intenzione di proporgli, ponendo come unica condizione non negoziabile la permanenza della nazione nella zona euro.

Imprevedibili restano comunque le conseguenze che l’eventuale uscita della Grecia dal blocco dell’Eurozona potrebbe causare all’attuale quadro dell’economia mondiale e alla vita economica e politica del Paese stesso, proprio nei giorni in cui la borsa nazionale tocca i minimi storici degli ultimi vent’anni e l’Unione Europa si appresta ad elargire al Paese una nuova trance di prestiti, stimabile all’incirca attorno ai 5, 2 miliardi di euro, nel tentativo di risollevarne le sorti e di allontanare il fantasma di una separazione che potrebbe non avere alcuna ripercussione negativa sui mercati mondiali ma potrebbe anche,nella peggiore delle ipotesi, dare il colpo di grazia all’economia dell’intera Europa.

(foto ANSA)

Elisa Lepone