Politica

Bossi rispolvera la secessione per non affrontare gli insuccessi di un decennio di governo

FIRENZE, 19 SETTEMBRE 2011- Ci risiamo. Le camicie verdi inneggiano nuovamente alla secessione della Padania. Solite "sagge" provocazioni politiche o avventatezza di qualche leader di provincia? Ad affrontare l'argomento, però, è proprio il senatur in persona. Umberto Bossi ne ha per tutti. Un autentico fiume in piena. [MORE]Si va dalll'assenza di democrazia in Italia al ritorno del fascismo e infine alla volontà di un referendum sulla Padania. Un ritorno alle origini, almeno nel linguaggio, per Umberto Bossi che se galvanizza i leghisti crea, d'altro canto, notevole imbarazzo nel PdL e trova l'inevitabile polemica dell'opposizione. Da Pontida Bossi aveva rispolverato il suo noto lessico riguadagnando il favore di buona parte dei suoi sostenitori, spiazzati dall'azione di governo. Tuttavia la parola "secessione" non può essere equiparata e tollerata come "devolution", "federalismo" o "ministeri del Nord". Abbiate pazienza, ma è tutta un'altra storia.

Se esalta le camicie verdi, forse imborghesite ed impomatate da un decennio quasi ininterrotto di governo, infastidice non poco il resto d'Italia. Soprattutto se consideriamo che il tutto è stato pronunciato dalla bocca del leader del secondo partito di maggioranza, che dovrebbe governare fino al 2013 (anche se lo stesso Bossi su questo punto è apparso scettico).

Una Lega Nord sconsiderata? Questi slogan hanno il solo compito di rinvigorire la base elettorale padana, sempre attenta e favorevole a messaggi politici franchi, concreti ed "arrabbiati"? O forse più semplicemente dal punto di vista politico esistono dei dati oggettivi che sono sotto gli occhi di tutti, anche dei militanti leghisti. Negli ultimi dieci anni, la Lega non ha battagliato nei banchi dell'opposizione bensì è stata una componente essenziale dei governi Berlusconi con tanto di importanti ministeri. Le parole d'ordine della Lega Nord anni 90' sono andate via via scemando. Il distacco tra leghisti e dirigenti del partito, è vero, non c'è mai stato ma il rapporto si è decisamente incrinato.

Il Nord, dal punto di vista elettorale, si è dimostrato  storicamente particolarmente "severo" e questo lo sanno i vari Bossi, Maroni e Calderoli. La verità dietro questo riproposto estremismo lessicale di Bossi potrebbe essere molto semplice e imbarazzante per la Lega Nord: la parola d'ordine "secessione", l'invocazione di un "referendum" camuffa un sostanziale fallimento politico con cui dirigenti, militanti ed elettori prima o poi dovranno fare i conti.

Davide Scaglione