Cronaca

Non fu suicidio. Riaperto il caso Bergamini

ROMA, 18 DICEMBRE 2011 - Ventidue anni dopo la sua morte, la procura di Castrovillari, su richiesta della famiglia che non ha mai creduto alla tesi del suicidio, riapre un'inchiesta. Dennis Bergamini , centrocampista del Cosenza Calcio è morto a 27 anni, il 18 novembre 1989. Ufficialmente si è suicidato, lanciandosi sotto a un camion al chilometro 401 della Statale 106 Jonica nei pressi di Capo Roseto Spulico, dopo aver abbandonato il ritiro e aver litigato con la fidanzata. [MORE]


Il caso è stato riaperto dopo due anni di accertamenti privati. Negli ultimi mesi, infatti, il procuratore capo Franco Giacomoantonio, ha rilevato una serie di incongruenze attorno alla vicenda tali da far ipotizzare che forse Bergamini sia stato ucciso perché coinvolto a sua insaputa, in un traffico di stupefacenti.
Ecco i fatti:
Il giorno della sua morte, Beragmini è in ritiro con la squadra, sono in procinto di andare al cinema , quando, come racconta Michele Padovano che all'epoca era il suo compagno di stanza, ricevete una telefonata che lo turbò molto. Lasciò il ritiro, prese la sua Maserati Spider e andò a prendere la sua ex-fidanzata, Isabella Inernò, insieme si diressero verso Taranto con l'intento di imbarcarsi per le Hawaii o le Azzorre. Perché partire proprio da Taranto per raggiungere uno di questi posti esotici è solo il primo dei misteri.
Secondo il verbale stilato dai carabinieri, e stando al racconto della ragazza. Dennis si sarebbe buttato sotto un autotreno, dopo aver parcheggiato l’auto su una piazzola di sosta. Il conducente del camion, Raffaele Pisano, non si sarebbe accorto di lui e si sarebbe fermato solo dopo averlo trascinato per 64 metri. La ragazza avrebbe dato l’allarme da un ristorante di Rosato Marina, accompagnata da una persona mai identificata.


Ventidue anni dopo però cominciano ad arrivare le discordanze e le incongruenze. La prima: il corpo di Bergamini è praticamente integro, addirittura, l'orologio che portava al polso è ancora funzionante, le scarpe di camoscio allacciate e intatte. Ha solo un ematoma nella tempia, come se fosse stato stordito, ma per la ricostruzione è stato trascinato per almeno cinquanta metri. Tra l'altro le ferite sono sul lato destro del corpo e non su quello sinistro come sarebbe stato logico se ci fosse stato un impatto con l'autotreno. La prima consulenza e l'autopsia rivelarono anche che le ferite sull'addome possono essere compatibili solo con uno scenario: quando il pneumatico anteriore del camion gli passò sopra Dennis non era in piedi bensì disteso, Inoltre al momento dell'impatto era probabilmente supino ma è stato ritrovato in posizione prona.
Sono evidenti le contraddizioni e incompatibilità della ricostruzione tecnica dell'investimento, con i rilievi tecnico scientifici e fotografici, e con le conclusioni medico-legali sul corpo del giovane che mettono in dubbio il suicidio, verità giudiziaria sancita nel processo del 1992, che si concluse con l'assoluzione del conducente, accusato di omicidio colposo.
Un altro mistero è dato dal fatto che quel giorno pioveva intensamente. La piazzola di sosta e la strada erano fangose, e invece i vestiti sono perfettamente puliti, non vi è nessuna traccia di melma.


La Maserati Spider allora non venne sequestrata e oggi  ad un primo esame superficiale è stato scoperto un doppio fondo, che si sospetta sia stato utilizzato, a insaputa del ragazzo, per il trasporto di droga .Una risposta definitiva arriverà dai Ris di Messina che la stanno analizzando. Alcune precisazioni sull'auto: Denis l'aveva acquistata su pressione di un dirigente della Società che gli aveva prospettato un affare. Durante le trasferte non viaggiava quasi mai con la squadra bensì con la sua Maserati. In effetti, gli inquirenti sono concordi nel sostenere che nessuno avrebbe mai cercato droga al seguito di una squadra in trasferta. Ancora: i tabulati telefonici di Bergamini sono scomparsi inspiegabilmente. Due magazzinieri del Cosenza, che avevano detto al papà di Denis che avrebbero voluto parlargli. morirono pochi mesi dopo in un altro incidente stradale, proprio sulla 106 Jonica. Infine la discrepanza riguardante gli orari: i carabiniei avevano fermato l'auto di Bergamini a Rosato Marina alle 17.30, se si sommano le due ore trascorse in compagnia della giovane Isabella, si arriva alle 19 e 30, orario della morte verbalizzata dai carabinieri. Ma il gestore del locale dove la fidanzata di Denis va a telefonare al mister del Cosenza per denunciare l'incidente è inflessibile: "Non era buio, fuori si vedeva bene. Non erano le 19 e 30". 

In sintesi: sbagliata l'ora del decesso, sbagliati gli accertamenti della planimetria del luogo, discordanti le testimonianze. In effetti il mistero si infittisce.
 

foto da wikipedia.org

Maria Assunta Casula