Cronaca

AIIPA risponde e precisa sugli integratori alimentari

Riceviamo e pubblichiamo

MILANO – Con riferimento alla notizia “Integratori alimentari e loro benefici: per l'EFSA mancano prove scientifiche" del 26 ottobre scorso pubblicata sul vostro portale, AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) desidera precisare alcuni importanti aspetti relativi al processo di valutazione degli health claims da parte dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA)[MORE]:

• Il regolamento Europeo sui Claims 1924/2006 rappresenta un avanzamento di notevole importanza nella tutela del consumatore ed è inoltre uno stimolo e una sfida per le imprese e i consumatori a dialogare in modo sempre più corretto e responsabile. La sua applicazione si sta tuttavia rivelando complessa e caratterizzata da alcune problematiche che rischiano di compromettere il patrimonio di comunicazione consolidato nel tempo – spesso condiviso con le autorità nazionali - che ha permesso al consumatore di accedere a informazioni utili per compiere scelte informate e consapevoli.

• il processo di valutazione EFSA è riferito alle sostanze, come vitamine, minerali, fibre alimentari, probiotici, ecc. contenute negli alimenti, o a veri e propri alimenti (tè, prugne, miele, succhi di frutta, ecc.): il parere di EFSA quindi non è in genere focalizzato su prodotti specifici bensì riguarda alimenti o sostanze in essi contenute (ad esempio nel caso di un claim relativo ad una vitamina, il parere EFSA prescinderà dal fatto che la vitamina si trovi in un alimento base come frutta e verdura, o in altri prodotti alimentari come prodotti dietetici, arricchiti o integratori)

• le indicazioni sulla salute (“health claims”) relative agli alimenti che non hanno passato il vaglio dell’EFSA non sono automaticamente da ritenersi prive di evidenze scientifiche e quindi false, ingannevoli: esse spesso riflettono piuttosto “gradi di evidenza” intermedi dei risultati della ricerca scientifica in ambito nutrizionale, non ancora definitivi e completi.

• La valutazione scientifica dei claims dovrebbe tener conto di alcune specificità tipiche della scienza nutrizionale rispetto ai parametri richiesti da EFSA di tipo farmacologico (ad esempio complessità del modello alimentare di riferimento, difficoltà di allestire studi in doppio cieco contro placebo, difficoltà di caratterizzare alcuni alimenti, difficoltà ad identificare dosaggi e posologie, difficoltà nella misurazione degli effetti su una popolazione sana, ecc);

Ecco perché, anche ai fini della ammissibilità dei claims, la relazione tra sostanze contenute negli alimenti, e i possibili effetti sulla salute, andrebbe valutata sulla base di tutte le evidenze scientifiche disponibili, compresi i dati dell’epidemiologia osservazionale. Ciò rappresenterebbe inoltre uno stimolo per l’industria a continuare ad investire nel campo della ricerca e della innovazione a vantaggio del consumatore.
L’auspicio quindi oggi è che si arrivi ad una concertazione tra le parti per superare le problematiche emerse in questi mesi.