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6 scene inquietanti di horror non visti in Italia nel 2015
I migliori horror del 2015 provengono, come ogni anno, dal catalogo dei film non visti in sala, senza distribuzione, circuitati solo all’estero o magari usciti direttamente in home video. Senza voler stilare una classifica tra tutti i film – tardiva e variabile per gusti – ci limitiamo a proporre una selezione delle scene di maggiore impatto di alcuni dei titoli più interessanti trascurati dalla distribuzione italiana, ormai attenta per lo più ai franchising (Insidious 3, Sinister 2), ai remake (Poltergeist) o ai film low budget di sicuro rendimento (The Gallows).
Spring di Justin Benson e Aaron Moorhead. Un ragazzo in crisi emotiva si concede una vacanza romana. Nella città eterna incontra una donna con cui inizia una breve ma intensa relazione. La giovane nasconde però un segreto primordiale.
LA SCENA: lui la sorprende in casa. Con l’amante? No, trasformata in una strana creatura…
Bone Tomahawk di S. Craig Zahler. Una tribù di indiani delle montagne, dedita al cannibalismo, ha rapito tre persone della cittadina di Bright Hope. Lo sceriffo (Kurt Russell) organizza una spedizione per salvare i malcapitati. Dovranno però prima salvarsi la pelle (e le frattaglie).
LA SCENA: il capotribù indiano ordina che uno dei prigionieri sia “preparato” per il pasto. Gli viene tolto lo scalpo, poi a testa in giù, di spalle, si assiste alla spaccatura in due dell’uomo, lungo la linea dorsale, mediante un’ascia. Chirurgia (o macelleria) nel Far West… [MORE]
Backcountry di Adam McDonald. Adattato da una storia vera. Giovane coppia effettua gita in un parco dell’Ontario, in Canada. Lui crede di avere la bussola in testa, ma sbaglia strada. Il ritorno è incerto, un orso li segue.
LA SCENA: la donna assiste impotente, dalla tenda dell’accampamento, all’attacco dell’orso nei confronti del fidanzato, aggredito e sbranato. Paralizzata dal raccapriccio, si scuote per non finire a fare compagnia all’uomo nello stomaco del feroce animale…
Creep di Patrick Bryce. Un malato terminale assolda un cameraman per la realizzazione di un videodario da lasciare al figlio nascituro. Il video-operatore trova piuttosto strani i modi del proprio committente, ma in fin dei conti si tratta di un’unica giornata di lavoro ben pagata in contanti: pochi, maledetti e subito. Soprattutto maledetti.
LA SCENA: un uomo su una panchina attende una persona in riva al lago. La persona arriva, alle spalle, recando un gentile omaggio: un’ascia…
It Follows di David Robert Mitchell. Forse l’horror più interessante non ancora approdato in Italia, presentato nel 2014 al Festival di Toronto. Attraverso un rapporto sessuale, un giovane trasmette ad una ragazza una malattia soprannaturale: l’essere inseguiti da un’entità dalle sembianze mutevole, ma dall’idea fissa. Omicida.
LA SCENA: per spiegare alla ragazza il singolare morbo contratto, con buone intenzioni ma sprezzo del pericolo, lui la lega ad una sedia nel luogo desolato dove si erano appartati per fare l’amore: era l’unico modo per non farla fuggire di fronte alla storia apparentemente assurda, ma ora bisogna slegarla prima che arrivi lo stalker d’oltretomba…
Deathgasm di Jason Lei Howden. Splatter di scuola neozelandese, estremo e insanguinato, ma anche ricco di battute ed sketch esilaranti che ricordano il Sam Raimi de La casa 2. Una metal band evoca involontariamente un demone suonando un disco maledetto. Dovranno combattere i concittadini posseduti. Non sarebbe mai potuto approdare in sala: avrebbe provocato svenimenti e nausee a catena.
LA SCENA: il catalogo delle bizzarre e folli uccisioni sarebbe ricchissimo ed anche solo descriverle sarebbe truculento. Ci limitiamo a notare l’ironia con cui viene puntualmente reperita una motosega, classico oggetto di scena dell’horror degli anni ’80 e’90.
Antonio Maiorino