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4 film di Xavier Dolan da vedere oltre a Mommy: Laurence Anyways

Penultimo appuntamento con lo speciale su Xavier Dolan, il giovane e prolifico cineasta canadese recentemente tornato alla ribalta con l'uscita Mommy. Il film Laurence Anyways del 2012 partecipò al festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard e conquistò due premi: Suzanne Clément si aggiudicò il titolo di migliore attrice, mentre il regista vinse la Queer Palm. Ma cosa rappresentò l'opera entro il percorso di Xavier Dolan?[MORE]

2. Laurence Anyways (2012)

Sarebbe esagerato affermare che l'esordio con J'ai Tué ma Mère avesse rappresentato la tesi e l'opera seconda, Les Amours Imaginaires, l'antitesi: misurato il primo, sia pure già maturo d'identità, sopra le righe il secondo, come di chi provi a forzare deliberatamente un confine stilistico, rischiando la stucchevolezza. Cionondimeno Laurence Anyways, con la sua durata di 2 ore e 40', è una sintesi ideale, non tanto dei due film precedenti: è internamente combattuto, vive di gestazioni interne, fasi mutevoli, equilibri allentati e ritrovati spericolatamente. La storia parrebbe almodovoriana, così come certe parate di personaggi: nel giorno del suo trentesimo compleanno, Laurence rivela alla ragazza Fred il proprio desiderio di diventare donna. La sua ragazza, sconvolta, gli rimane accanto, ma alla lunga la situazione la logora. Il problema è che anche la lontananza li consuma. Come in altri film di Dolan, amore ed odio vivono su di una frontiera esilissima. 

Una travagliata storia d'amore, più che un mero apologo sull'identità, Laurence Anyways conserva tutta l'esuberanza visiva che contraddistingue lo sguardo di Dolan, nutrita di spunti immaginifici (improbabili nevicate), ed estenuanti eleganze (Fred sfila ad un party nella fragile cadenza del ralenti), ma amplificandosi sia nei minimi (una cura maniacale dei dettagli) che nei massimi (improvvise aperture su scenari mozzafiato). 

Se l'ironia corrosiva di Les Amours Imaginaires aveva tuttavia costretto il regista a calcare il profilo dei personaggi con un effetto quasi grottesco, in Laurence Anyways Dolan riesce a recuperare la sincera intimità d'un discorso amoroso per frammenti che già aveva rinsanguato J'ai Tué ma Mère. In questo, nonostante certe arie bizzarre che parrebbero apparentarlo al citato collega spagnolo, è ancora di Wong Kar-wai la suggestione più importante a tralucere in tanto scintillio di scena: vedasi una sequenza con un "eloquente" mattoncino dipinto di rosa - i muri parlano in silenzio, come nella famosa scena di In the Mood for Love. Pure, Dolan è regista in grado di recuperare una profondità sentimentale che supera l'umore e si divincola persino dalla favolosità talora opprimente del setting: il finale, d'una semplicità toccante come nell'opera prima, conferma questa predisposizione, tenendosi peraltro proprio in prossimità d'un set cinematografico. Tratto caratterizzante del film è probabilmente proprio la simbiosi tra gli spazi di fuori e quelli di dentro: impressionante, per l'originale costruzione del disagio, la scena della confessione di Laurence nel giorno del suo trentesimo compleanno, nell'abitacolo all'autolavaggio, mentre la coppia in auto pare venga inghiottita da dal tunnel senza ritorno d'una vita diversa, tra le spazzole aggressive che lustrano i vetri. Così, altrove, certe esalazioni dell'anima si riverberano fantasiosamente negli spazi della vita.

LA SCENA: leggendo lo scritto di Laurence, Fred si figura, nella propria algida e sontuosa stanza ammodernata, una scrosciante tempesta d'emozioni, certo più avvolgente dell'acqua dell'autolavaggio. Lo zoom sembra rendere assordante anche un respiro. 

 

GENERE: Drammatico, Romantico
ANNO: 2012
REGIA: Xavier Dolan
SCENEGGIATURA: Xavier Dolan
ATTORI: Melvil Poupaud, Suzanne Clement, Nathalie Baye, Monia Chokri
MONTAGGIO: Xavier Dolan
PRODUZIONE: Lyla Films, MK2 Productions
PAESE: Canada, Francia
DURATA: 159 Min


Qui la prima parte dello speciale: J'ai Tué ma Mère
Qui la seconda parte dello speciale: Les Amours Imaginaires

Antonio Maiorino