35 anni di apertura del centro gioventù Girogio la Pira di Firenze
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FIRENZE, 06 GIUGNO 2014 - Coniugare il Vangelo con la quotidianità. Giorgio La Pira faceva due cose al mattino: apriva il Vangelo accanto al giornale con le notizie del giorno. Per il sindaco santo di Firenze, siciliano di Pozzallo, i due testi rappresentavano l’uno la chiave per leggere ed operare nella concretezza d’ogni giorno, caratterizzandosi per un’azione lungimirante, capace di rispondere alle domande delle periferie del capoluogo toscano e del mondo intero. Un insegnamento che si ripete nelle tante iniziative che a lui s’ispirano.
Una di queste, che ha appena girato la boa della 35 candeline, è il Centro internazionale studenti Giorgio La Pira che in questi giorni ha festeggiato il traguardo delle 35 candeline, festeggiato all’Auditorium di Loppiano (FI). I fotogrammi di questi 35 anni raccontano di attività di servizio dei giovani, in particolare dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, accolti dal cardinale dell’epoca Giovanni Benelli che chiese aiuto a Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari. Il resto è storia di questi anni.
L’attuale pastore della diocesi di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, nel suo saluto alla manifestazione celebrativa, ha insistito sulla dimensione profetica dell’idea del card. Benelli e di Chiara Lubich, che ha portato il Centro La Pira a essere un punto d’avanguardia nel dialogo con le diversità, in particolare con la diversità sofferente, ultima, dimenticata.
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Mentre il Rabbino Capo della comunità ebraica di Firenze Joseph Levi, ha trovato nello stile del dialogo e della reciprocità, la vera ricchezza che questa esperienza offre alla città e alla crescita del suo tessuto sociale nello spirito della fraternità. Per tutte, la testimonianza di Jean Claude Assamoi della Costa d’Avorio: “Il Centro mi è stato d’aiuto in un momento difficile, dandomi ospitalità nella propria casa, con altri studenti.Ne sono poi divenuto collaboratore come formatore nel campo dell’educazione alla mondialità (…) E come me, molti studenti africani che hanno fatto il mio percorso, si sono trasferiti altrove sviluppando relazioni di lavoro tra il proprio paese d’origine e quello che li ha accolti che rispecchiano il dialogo e l’unità costruiti a Firenze”.
Le periferie che La Pira amava e che oggi Papa Francesco ci invita a conoscere, il cuore di una profezia che ogni giorno diventa concreta ed attuale.
(Notizia segnalata da Gianfranco Di Martino)