Cultura e Spettacolo

30 anni di Taverna Vecchia del Maltese. 30 anni di Resistenza Umana

BARI - “Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta”, cantava Francesco Guccini nel lontano 1974. Trentasei mesi più tardi, il 23 dicembre 1980, non nella nebbiosa Bologna bensì in via Netti 34, quartiere Libertà di Bari, apriva la Taverna Vecchia del Maltese. Oggi, nell’anno 2010 di nostra vita, Lei (una nobildonna) compie 30 anni.[MORE]


Fu il primo “pub” del capoluogo pugliese o, se vogliamo, la prima osteria di fuori porta, anche perché davvero per arrivarci devi valicare il confine della movida e calarti nella borgata popolare che preferisce al lambrusco una sana bottiglia di birra Peroni ghiacciata (senza disdegnare il primitivo…). Il marchio di fabbrica, da quando i soci fondatori Antonino Di Stefano ed Alessio Viola la inaugurarono, è sempre stato quello della “resistenza umana”: infatti c’è scritto proprio così sulla serranda rossa, con Corto Maltese a vegliare sui passanti.


Resistenza dalle mode, resistenza dai modi usuali, resistenza civile, resistenza sociale, resistenza musicale. Non è a chiacchiere (come dicono a Bari, volgarmente), anzi davvero “qualcuno è andato per formarsi, chi per seguire la ragione, - citando ancora Guccini - chi perchè stanco di giocare, bere il vino, sputtanarsi”. Ci ha tenuto a ribadirlo Dario Di Stefano, attuale gestore del locale nonché figlio di Antonino, durante la conferenza stampa di stamattina al Comune, per presentare la rassegna dei “30 anni in trenta giorni”: da domani fino al 23 dicembre (anniversario) 30 eventi, tra concerti ed incontri-dibattito.


“Le precedenti gestioni avevano fatto crescere l’erba oltre i confini del quartiere, fin dentro la Taverna – dice Dario – portandosi appresso la faccia malata della città, il fumo e la droga. Adesso per fortuna non è più così”. Se pensate di trovarvi di fronte a un wine-bar o a un lounge-bar, vi sbagliate: la Taverna è vecchi dischi appesi al muro, locandine di film, tante chitarre (alcune funzionanti ed altre ormai impregnate di Storia, senza manici o casse armoniche).  Un colore su tutti: il Rosso. E un motivo c’è. Se questo posto ha 30 anni…suonati (come recita la locandina), è perché parteggia, stando dalla parte della legalità.


Risuonano le note di Tenco, di De Gregori, di Guccini, di De Andrè: proprio l’immenso cantautore genovese aprirà simbolicamente la rassegna venerdì 22 (ore 21) con la reinterpretazione del gruppo “I Maltesi”, dopo il prologo di domani sera alle ore 20.30 in cui verrà presentato il calendario degli eventi. Alessandro Cobianchi (presidente Arci), Domenico De Santis (coordinatore della rassegna), Antonino Di Stefano e Alessio Viola (fondatori) e Dario Di Stefano verranno intervistati dal giornalista Ludovico Fontana.


Nel mese di ottobre altri 4 eventi con un tributo ai Beatles dei “The Wonders” (il 29) ed un interessante dibattito sull’omosessualità, “Verranno a chiederti (conto) del nostro amore”, con Michele Bellomo, Enrico Fusco, Paola Concia e Carla Dedola. Fino al 23 dicembre dal giovedì al sabato 30 occasioni per rivivere, attualizzandola, la Storia della Taverna Vecchia del Maltese. Le foto in calce all’articolo (curate dall’ agenzia Effetto Domino) illustrano il calendario di ottobre, ma tra novembre e dicembre in via Netti 34 troverete lo scrittore Gianrico Carofiglio e il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, oltre al musicista Daniele Sepe.


Altre info qui: http://www.facebook.com/tavernavecchiadelmaltese.Tutto si concluderà (simbolicamente) il 23 dicembre quando da mattina a sera la Taverna diventerà un open-space: colazione e pranzo pre natalizio, concerti dall’alba al tramonto e due iniziative di rilievo: la proiezione di un documentario (curato da Alessandro Balena e Luciano Parravicini, maltesi doc) e soprattutto un flashback al lontano 1980, con i due fondatori Antonino Di Stefano ed Alessio Viola a spillar birre dietro al bancone, “tra gli amici che ridono e suonano, attorno ai tavoli pieni di vino…religione del tirar tardi e aspettare il mattino”.


E’ sempre Guccini, quello delle Osterie di fuori porta. Lo stesso che forse ha già fatto gli auguri più belli per i 30 anni della Taverna: “…e sorridevi e sapevi sorridere coi tuoi vent’ anni portati così, come si porta un maglione sformato su un paio di jeans…” Ok, ce ne sono dieci di differenza: non guardiamo il tempo. Il tempo non ha senso.

[in foto, il logo della rassegna dei 30 anni della Taverna Vecchia del Maltese]