Cultura e Spettacolo
#25Aprile: ricordando Barbara Allason, la scrittrice antifascista di Giustizia e Libertà
PECETTO TORINESE (TORINO), 25 APRILE 2013 - Barbara Allason, scrittrice antifascista che militava nel gruppo “Giustizia e Libertà”, è nata a Pecetto Torinese (To) il 12 Ottobre 1877. Dopo aver frequentato l'Università di Napoli e quella di Torino, approfondì la sua consocenza in merito agli autori tedeschi, in particolar modo, studiò Nietzsche, Goethe, Schiller e Lessing, di cui tadusse le pubblicazioni negli anni Venti.
Insegnò per qualche anno, ma venne sospesa nel 1929 per il suo appoggio nei confronti del filosofo Benedetto Croce, il quale contestava i Patti Lateranensi, firmati da Benito Mussolini e Pietro Gasparri (segretario dello Stato Vaticano). Ciò che contestò Croce in Senato, fu il fatto che, accettando di scendere al compromesso con la Chiesa Cattolica, veniva eliminato il principio di laicità dello Stato Italiano.
Quando Barbara Allason scrisse una lettera di soliderietà al filosofo, che venne duramente attaccato per le sue idee, la scrittice fu dunque costretta ad abbandonare l'insegnamento. Durante gli anni, si avvicinò anche a Piero Gobetti, la cui firma su “La Rivoluzione Liberale” divenne l'emblema del giornalismo antifascista.
Ancor prima dell'inizio della Seconda Guerra Mondiale, l'autrice partecipò a numerose azioni cospirative contro il regime e, nella sua villa collinare di Pecetto, era solita ospitare le riunioni clandestine degli antifascisti torinesi.[MORE]
Quando entrarono in vigore le leggi eccezionali fasciste, cercò di contrastarle con tutte le sue forze insieme alle brigate di “Giustizia e Libertà”, condividendo le idee del leader Antonio Giuriolo. In quel periodo, la scrittrice partecipò a numerose azioni che miravano ad opporre resistenza alla dittatura di Benito Mussolini; una delle più importanti fu il tentativo (fallito) di far evadere l'intellettuale Ernesto Rossi dal carcere. Quest'ultimo, antifascista ed anticlericale, venne condannato a vent'anni di reclusione per aver diretto, insieme a Riccardo Bauer, l'organizzazione di “Giustizia e Libertà”.
Nel 1934 l'autrice torinese venne arrestata dall'OVRA (polizia segreta dell'Italia fascista) durante il processo a Leone Ginzburg, uno dei fondatori del ramo italiano del gruppo brigatista (condannato a quattro anni di reclusione e liberato a seguito dell'amnistia del 1936). Barbara Allason venne accusata di collaborazionismo, pertanto, fu costretta a scontare quattro mesi di carcere.
Negli anni della guerra, la scrittrice continuò a lottare insieme alle brigate contro il nazi-fascismo contrapponendosi al Comunismo legato alla politica Sovietica, facendo del laicismo e del cambiamento sociale due punti chiave delle sue ideologie.
Al termine del conflitto, ultimò la sua opera più significativa: “Memorie di un'antifascista”, una raccolta degli appunti scritti tra il 1919 ed il 1940, che venne pubblicata nel 1946. Barbara Allason morì nel 1968 a Torino, lasciando al mondo alcune delle testimonianze più importanti relative alla Resistenza italiana.
Raccontò, nei sui testi, la storia di una donna, la cui vita è stata segnata dall' opposizione al regime fascista. Il suo paese natale, Pecetto Torinese, le ha dedicato una strada ed ha scelto di dare il suo nome alla Bibilioteca Civica, affinchè i posteri possano ricordare che, tra quelle colline, ha vissuto una delle personalità più influenti delle brigate di “Giustizia e Libertà”.
Le opere di Barbara Allason
Caroline Schlegel. Studio sul Romanticismo tedesco (1919)
Quando non si sogna più (1920)
Bettina Brentano (1927)
La luce che torna (1932)
Vita di Silvio Pellico (1932)
Memorie di un'antifascista (1946)
Vecchie ville vecchi cuori (1950)
Background - Antifascismo tra le colline torinesi
Le colline torinesi, all'epoca della Resistenza, divennero il fuclro delle attività clandestine, proprio perchè, per via delle ampie distese di campi che creavano isolamento, gli incontri tra i membri dei gruppi d'opposizione al regime, potevano avvenire in segretezza. Se a Pecetto Torinese avvenivano i raduni di “Giustizia e Libertà”, a pochi chilometri di distanza, nella cittadina di Moncucco Torinese, esistevano delle abitazioni nelle quali veniva offerta ospitalità ai Partigiani. Anche nella città di Chieri si radunavano gli uomini della Resistenza, mentre Santena diede i natali al Partigiano Giuseppe Musso, trucidato dai fascisti la notte tra il 28 ed il 29 Ottobre 1944.
Alessia Malachiti