Cronaca

25 aprile tra manifestazione e contromanifestazione

 CAGLIARI, 25 APRILE 2012 – Anche il capoluogo sardo, come il resto d’Italia, festeggia in questa giornata la liberazione del Paese dall’occupazione nazifascista avvenuta 67 anni fa. A differenza però delle altre città italiane, la festa della liberazione non sarà l’unica manifestazione prevista in giornata, ma a Cagliari si svolgerà anche una celebrazione commemorativa per coloro che credevano nel regime mussoliniano. Questo ha destato non poche polemiche, dal momento che le due iniziative appaiono in netto contrasto tra di loro, sia dal punto di vista ideologico che da quello costituzionale. Cagliari sembra dividersi ogni anno tra coloro che celebrano il 25 aprile come la fine di una dittatura e di una dolorosa occupazione e quelli invece che vedono in questa data la fine di un periodo “felice” e “idilliaco” della storia italiana. La diatriba sulla legittimità o meno della contromanifestazione nasce dalla decisione da parte del Prefetto e del Questore della città di autorizzare il corteo della destra in concomitanza con le manifestazioni antifasciste. [MORE]

A questa decisione si sono appellati il sindaco, Massimo Zedda, che ha ritenuto l’iniziativa “una provocazione” e ha ricordato che “nelle immagini degli anni scorsi erano chiari i riferimenti alla Rsi, che non è certo la pagina più bella della nostra storia”; l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) che ha spedito una lettera di rimostranze al Prefetto; il consigliere comunale di Rifondazione comunista, Enrico Lobina, che ha inviato una mail al Prefetto chiedendo di “vietare la piazza ai seguaci del fascismo, ai sostenitori dei campi di sterminio, dell’odio razziale e della violenza, ai nemici della libertà”. Da un lato, il movimento politico La Destra ha ritenuto l’autorizzazione “una scelta giusta” e il Prefetto Giovanni Balsamo ha giustificato la sua disposizione citando l’articolo 17 della Costituzione che garantisce la libertà di riunione. Dall’altro, il “Comitato del 25 aprile” rivendica l’articolo 645 sempre della nostra Costituzione, la cosiddetta Legge Scelba, secondo la quale l’apologia al fascismo costituisce reato. Ci troviamo quindi di fronte a una decisione che rispetta la libertà associativa e di manifestazione del pensiero o davanti a una chiara ed esplicita propaganda fascista? Le due opzioni sembrano complementari e antitetiche allo stesso tempo, perché vietare la contromanifestazione potrebbe essere interpretato da quella minoranza come un atto non democratico, ma se questo atto dà luogo a un gruppo avente le caratteristiche e finalità del disciolto partito fascista, costituirebbe reato. Cagliari è l’unica città in Italia che ha autorizzato una manifestazione di destra, a carattere fascista, nel giorno in cui si ricordano i partigiani che hanno lottato e sono morti per liberare il Paese dall’occupazione nazista-fascista. A Roma sono apparsi manifesti neofascisti, e in provincia di Milano la lapide del monumento intitolato al tenete dei partigiani, Emo Battisti è stata strappata, chiare azioni contro la festa della Liberazione, a cui il sindaco di Roma, Idv e Romano Prodi hanno reagito condannando gli “allarmanti rigurgiti fascisti”, hanno quindi ricordato che il 25 aprile serve proprio per sradicare tali tendenze e che questa data “rappresenta un patrimonio comune a tutte le forze politiche democratiche”. Prendendo queste affermazioni come punto di partenza, allora risulta estremamente contraddittorio che i sostenitori della Repubblica di Salò e i nostalgici del ventennio fascista si avallino di principi democratici per legittimare la loro manifestazione che va proprio contro quegli stessi principi. La sfilata dei militanti di destra, definita dal sindaco Massimo Zedda “una provocazione”, avrà luogo il pomeriggio del 25 aprile presso piazza Gramsci, ma un gruppo di Coordinamento antifascista ha annunciato l’intenzione di presidiare la piazza dalle 9.00 del mattino. Il sit-in, sostenuto da Rifondazione Comunista in una nota della segretaria Laura Stochino, avrebbe lo scopo di “liberare piazza Gramsci da qualunque tentativo di presenza neofascista nella giornata della Liberazione”.

Giulia Cancedda

(fonte foto: sardegnaoggi.it)