11 Settembre: tredici anni dopo gli attentati
Cronaca Lazio

11 Settembre: tredici anni dopo gli attentati

giovedì 11 settembre, 2014

NEW YORK, 11 SETTEMBRE 2014 – 2974. E’ il numero di persone che, l’11 Settembre 2001, persero la vita negli attentati che colpirono al cuore gli Stati Uniti d’America. Erano quasi tutti civili, esclusi i 55 militari che lavoravano al Pentagono, ed erano cittadini di novanta Paesi del mondo.

I voli dirottati quella mattina furono quattro. Il volo American Airlines 11 fu il primo a schiantarsi, colpendo la Torre Nord del World Trade Center di New York alle 08:46:40. Quando il volo United Airlines 175 si schiantò contro la Torre Sud alle 09:03:11, l’incredulità del mondo lasciò spazio ad una cruda, cocente consapevolezza: l’America era sotto attacco e le vite di migliaia di persone si stavano disintegrando istante dopo istante, annientate dalla follia omicida di una manciata di terroristi.

L’obbiettivo numero tre era il Pentagono, simbolo del potere politico statunitense. Il volo American Airlines 77 colpì l’ala Ovest dell’edificio alle 09:37:44, nessuno dei passeggeri e nessuna delle persone presenti in quell’ala della struttura sopravvisse allo schianto. Le vittime innocenti furono 184.

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Un ultimo aereo fu dirottato quella mattina, era il volo United Airlines 93, probabilmente destinato a schiantarsi sulla Casa Bianca o forse sul Campidoglio di Washington. L’aereo non arrivò mai nei pressi della capitale statunitense, si schiantò prima, precipitando in un campo deserto nelle vicinanze di Shanksville, in Pennsylvania. Furono le 40 persone a bordo ad impedire che l’attentato venisse realizzato: i passeggeri si ribellarono e riuscirono sopraffare i quattro dirottatori armati che, barricati nella cabina di pilotaggio, decisero di lasciar schiantare l’aereo al suolo. Quaranta passeggeri, quaranta eroi che impedirono la realizzazione dell’ultimo attentato, persone i cui nomi verranno ingiustamente dimenticati, perché è purtroppo solo quello di Osama Bin Laden che la storia ricorderà.

Tredici anni dopo, la ferita generata da quel giorno è ancora aperta, perfettamente visibile sul volto dell’America. E’ a New York, cuore vivo e pulsante della Nazione, dove il Ground Zero rappresenta il fantasma di quelle che un tempo erano le Torri Gemelle; è a Washington, nelle aree ricostruite del Pentagono; è nel cratere di 35 metri di diametro generato dallo schianto contro il suolo del volo United 93; è nella memoria collettiva di un’America che va avanti ma non dimentica e che serba, in dignitoso silenzio, il ricordo di 2974 vite spazzate via all’improvviso in una mattina che ha cambiato la storia.
 

"Sono certo di parlare a nome della mia nazione intera, quando dico: l'11 settembre siamo tutti americani,
nel dolore come nella sfida."
Benjamin Netanyahu

(foto articles.latimes.com)

Elisa Lepone


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