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ROMA, 14 FEBBRAIO 2014 – Nessun duello dopo la memorabile giornata di ieri; d’altra parte lo stesso presidente del Consiglio Enrico Letta, sfiduciato dal segretario del Pd, aveva dichiarato di non essere un amante del genere, «com’è noto, io non sono un appassionato di duelli…». «I farisei mi hanno sfiduciato - ha aggiunto il premier -, ho capito che i mediatori mi avevano teso un tranello. Non sarebbe dignitoso accettare un qualche strapuntino».
Ore di confusione per la Repubblica Italiana, tra intrighi di palazzo e ribaltamento delle carte in tavola; assente, forse, la politica stessa.
Con una larga maggioranza di voti - 136 su 160 – la Direzione nazionale del Pd ha approvato ieri il documento di Matteo Renzi, in cui si rileva «la necessità e l'urgenza di aprire una fase nuova, con un nuovo esecutivo che abbia la forza politica per affrontare i problemi del Paese con un orizzonte di legislatura, da condividere con la attuale coalizione di governo e con un programma aperto alle istanze rappresentate dalle forze sociali ed economiche».[MORE]
La proposta del candidato premier Renzi mira a un nuovo governo, con un programma completamente nuovo, coraggioso, con l’obiettivo ambizioso – “l'ambizione smisurata di Renzi e del Pd” - di arrivare al 2018, per varare la riforma elettorale e quelle istituzionali. Non si tratta però, ha precisato il segretario del Pd, di «un processo al governo», che ha ringraziato nella persona del presidente del Consiglio Letta, «per il notevole lavoro in un esecutivo di servizio nato in un delicato momento politico economico e sociale e per l'apporto dato a questo impegno». Ma occorre una «svolta», bisogna «uscire dalla palude».
« Si rischia? Certo – ha poi proseguito Renzi -, ma se il rischio lo dobbiamo correre anche noi la disponibilità a correre il rischio deve essere presa con il vento in faccia».
Cambio di guardia dunque per l’esecutivo, con l’uscita di scena del premier decadente, impegnato in mattinata nell'ultimo Consiglio dei ministri prima di congedarsi da Palazzo Chigi - nel pomeriggio le annunciate dimissioni. «Vado via con il favore popolare, con la maggioranza degli italiani che non vede di buon occhio quanto successo. È stata un'operazione sbagliata per il Paese, sono saltate tutte le regole a cui eravamo abituati. Ma sono sereno per avere salvato un capitale di credibilità» ha commentato ancora Letta.
(Foto: adnkronos.com)
Domenico Carelli