Torino: il killer di Caselle viveva come un barbone. Arma del delitto gettata in un cassonetto
Cronaca Piemonte

Torino: il killer di Caselle viveva come un barbone. Arma del delitto gettata in un cassonetto

giovedì 9 gennaio, 2014

TORINO, 09 GENNAIO 2014 - Giorgio Palmieri, assassino di Claudio e Maria Angela Allione e di Emilia Dall'Orto, ha vissuto come un barbone prima di commettere gli omicidi. Durante il suo interrogatorio ha spiegato di lavorare saltuariamente per una ditta torinese, guadagnando tra i 400 ed i 500 Euro al mese.

Giorgio Palmieri avrebbe dunque deciso di abbandonare la casa presso la quale abitava con la ex domestica della famiglia Allione, Dorotea De Pippo, dormendo alla stazione di Torino Porta Nuova. Incastrato per via di una telefonata fatta da casa di un amico alla propria figlia, il killer di Caselle si è immediatamente reso conto di aver fatto un errore effettuando la chiamata.[MORE]

Il triplice omicidio si sarebbe consumato per motivazioni economiche e l'assassino sarebbe fuggito con 100 Euro prelevati dal portafogli di una delle vittime. Giorgio Palmieri avrebbe portato via una tazzina ed una zuccheriera, per eliminare le sue tracce, dato che, prima di compiere gli omicidi, avrebbe bevuto del caffè insieme alle vittime.

Dopo aver scagionato Dorotea De Pippo, il killer ha fatto sapere agli inquirenti che l'arma del delitto, un tagliacarte, sarebbe stato gettato in un cassonetto di Caselle. Quanto spiega Giorgio Palmieri durante l'interrogatorio è fonte di dibattiti per l'opinione pubblica e per i criminologi, i quali ipotizzano che l'arma utilizzata possa essere stato un taglierino.

(Immagine da si24.it)

Alessia Malachiti


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