Terrorismo, Gentiloni: "La radicalizzazione si sviluppa soprattutto nelle carceri e nel web"
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Terrorismo, Gentiloni: "La radicalizzazione si sviluppa soprattutto nelle carceri e nel web"

giovedì 5 gennaio, 2017

ROMA, 5 GENNAIO - Il Premier Paolo Gentiloni, al termine dell'incontro di questa mattina a Palazzo Chigi con la Commissione di studio sul fenomeno della radicalizzazione e dell'estremismo jihadista, ha affermato che "i percorsi di radicalizzazione si sviluppano soprattutto in alcuni luoghi: nelle carceri e nel web". Il capo dell'Esecutivo ha illustrato la sintesi del risultato del lavoro svolto dalla Commissione, e ha sottolineato che è proprio nei luoghi sopra citati che potrebbero avvenire la radicalizzazione e l'indottrinamento jijhadista, pertanto l'attività di prevenzione dovrebbe concentrarsi negli istituti carcerari e nel web.

In Italia, stando alle parole del Premier, le dimensioni numeriche della radicalizzazione "sono minori che in altri Paesi". "Ma il fatto di avere - ha poi aggiunto - un numero minore di persone radicalizzate o foreign fighters non ci deve indurre a sottovalutare il fenomeno e la necessità di capirlo".[MORE]

Gentiloni, inoltre, lancia un monito sottolineando che è sbagliato "paragonare migrazione e terrorismo". Secondo il presidente del Consiglio occorre "impegnarsi anche in un'attività di medio termine insieme alle comunità islamiche presenti in Italia" per contrastare i fenomeni di radicalizzazione e chiarisce: "È sbagliato fare equazioni improprie tra fenomeni migratori e minaccia terroristica". La vigilanza deve essere però "massima". Poi ricorda: "Abbiamo bisogno di prevenzione e di politiche migratorie sempre più efficaci, che sappiano coniugare l'attitudine di accoglienza e umanità con la capacità di avere politiche rigorose ed efficacie nei rimpatri".

A margine dell'intervento, la parola è passata a Lorenzo Vidoni, che è a capo della Commissione sulla radicalizzazione: "Gli jihadisti provenienti dall'Italia sono poco più di 100, un numero inferiore rispetto a quello registrato in altri Paesi europei". Dagli studi condotti - ha poi specificato Vidoni - "a crescere è il numero di donne e di minori che si radicalizzano".

Luigi Cacciatori

Immagine da blitzquotidiano.it

 

 


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