Taglio delle province, la Consulta dice no: «è incostituzionale»
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Taglio delle province, la Consulta dice no: «è incostituzionale»

mercoledì 3 luglio, 2013

ROMA, 4 LUGLIO 2013 - La riforma riguardante la diminuzione del numero delle province contenuta nel decreto “Salva-Italia” è incostituzionale. Lo ha sentenziato la Corte Costituzionale che ha ritenuto illegittimi alcuni punti del decreto legge presentato dall’allora governo Monti.[MORE]
 

Secondo quanto deciso dalla Consulta, «il decreto-legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessità e urgenze, è strumento normativo – si legge nel comunicato reso noto dalla stessa Consulta – non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio».

Per tale ragione, la Corte Costituzionale «ha dichiarato l’illegittimità costituzionale» di alcuni articoli della riforma, nella fattispecie alcuni commi dell’articolo 23 del dl 201/2011, che per l’appunto mutavano le amministrazioni provinciali in organismi di secondo livello, e gli articoli 17 e 18 del dl 95/2012, che prevedevano il riordino delle province con relativa abolizione per quelle inferiori ai 350.000 abitanti e con un’estensione non superiore ai 2.500 chilometri quadrati. Con questa sentenza la Corte Costituzionale accetta nella sostanza il ricorso presentato da otto regioni, ovvero Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Campania, Molise e Sardegna.
 

In merito alla decisione della Consulta si è espresso con soddisfazione il presidente dell’Upi (Unione delle Province d’Italia), Antonio Saitta: «la sentenza della Corte conferma che le riforme delle istituzioni costitutive della Repubblica non possono essere fatte per decreto legge. Nessuna motivazione economica – aggiunge Saitta – era giustificata e quindi la decretazione d’urgenza non poteva essere la strada legittima. Per riformare il Paese – ha concluso il presidente dell’Upi – si deve agire con il pieno concerto di tutte le istituzioni, rispettando il dettato costituzionale».
 

Di certo la questione del riordino delle province dovrà adesso essere presa nuovamente in esame, con estrema attenzione, dall’attuale governo Letta come peraltro conferma il ministro per le Riforme Costituzionali, Gaetano Quagliarello: «l’odierna sentenza (ieri per chi legge, ndr) della Corte Costituzionale sulle province rende ancora più importante – afferma il ministro – intervenire attraverso le riforme costituzionali sull’intero Titolo V, in particolare per semplificare e razionalizzare l’assetto degli enti territoriali».

(Immagine da ilmondo.it)

Giovanni Maria Elia


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