Strage di Vercelli: il nipote prima fugge, poi confessa di essere l'autore del dramma familiare
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VERCELLI, 17 MAGGIO 2014 – Sembra che il giallo di Santhià, in provincia di Vercelli, sia arrivato alla conclusione. Stanotte Lorenzo, il nipote degli anziani coniugi Manavella e della loro figlia Patrizia che sono stati trovati uccisi nel loro appartamento, è stato sorpreso dalle forze dell’ordine vicino la stazione ferroviaria di Venezia con i vestiti sporchi di sangue e in stato confusionale. Il giovane recatosi al comando della polizia ha poi confessato: “Sono stato io, li ho uccisi con un coltello, ho perso la testa”.
Il ragazzo 24enne era scomparso da ieri mattina, tutti lo cercavano ma aveva anche il telefono staccato, così erano iniziate le sue ricerche. Intanto all’intero paese qualche dubbio era venuto. “Tre persone ammazzate in quel modo... Un massacro. No, non può essere Lorenzo. Lorenzo è un ragazzo con il cuore d’oro”. Persino il padre Gianluca, tornato in fretta dalla Sardegna, aveva detto in lacrime: “Spero che non sia vero quello che pensano tutti”. Il sospetto nasceva anche dal passato di Lorenzo, che è sempre stato un ragazzo problematico. Quattro anni fa, la "promessa della pallavolo", Lorenzo era anche questo, era finita in una storia di droga, ma poi ne era uscito incensurato. Un altro indizio poteva essere l'ultimo messaggio che il ragazzo aveva postato su Facebook giovedì sera. "Ma cosa cazzo sta succedendo a Santhià? Elicotteri, sbirri pula a go go. Sento aria di qualcosa di brutto!!!" Poi quella notte qualcosa di brutto è veramente accaduto, tre corpi dei suoi familiari senza vita e lui scomparso. I sospetti sono divenuti realtà quando lui stesso, recatosi alla stazione della polizia ferroviaria di Venezia ha confessato.[MORE]
La polizia di Venezia si è tenuta in costante contatto con la Procura di Vercelli e in mattinata il giovane è tornato nel suo paese e sarà a disposizione dei magistrati della procura del luog che indagano sulla strage.
Il paese è visibilmente scosso, tutti erano a conoscenza del profondo legame che il reo confesso aveva con i nonni e non la zia e sono increduli per l’accaduto. Nella villetta intanto sono al lavoro anche gli uomini del Ris di Parma. Gli investigatori procedono con i rilevamenti e mantengono per il momento il riserbo assoluto. Si limitano a sottolineare che il nipote della famiglia Manavella, Lorenzo, di cui si erano perse le tracce per ore, è "fondamentale" per ricostruire l'accaduto.
Michela Franzone