Stato-Mafia: sarà ascoltato oggi al Colle il Presidente Napolitano
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ROMA, 28 OTTOBRE 2014 – Sono in trasferta al colle i giudici palermitani che lavorano sull’inchiesta Stato-Mafia, pronti a raccogliere la deposizione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nell’ambito del processo sulla presunta collaborazione fra Stato e Mafia nei primi anni Novanta.
Il Presidente della Repubblica verrà ascoltato nel corso della giornata di oggi, in qualità di testimone, dal presidente Alfredo Montalto e dai magistrati giunti da Palermo. In occasione della deposizione da parte dell’occupante del Quirinale, il Colle è oggi blindato e nessun membro della Stampa potrà assistere alla testimonianza del Presidente della Repubblica, né visionarne in un secondo momento la registrazione.
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Napolitano dovrebbe essere ascoltato su due questioni. La prima riguarda le preoccupazioni espresse dal suo ex consigliere giuridico, l'ormai scomparso Loris D'Ambrosio, in merito ad alcuni eventi accaduti tra il 1989 e il 1993 e, stando a quanto ipotizzato dai pm, ricollegabili alla trattativa Stato-Mafia. La seconda questione riguarda invece un attentato che la mafia avrebbe progettato contro Napolitano nel 1993, quando l’attuale occupante del Colle ricopriva il ruolo di presidente della Camera.
Lo scorso Novembre, il Presidente della Repubblica aveva inviato una missiva ad Alfredo Montalto, presidente della Corte, sostenendo di non aver avuto “ragguagli” dal suo ex consigliere giuridico in merito alle questioni che lo preoccupavano e di non avere quindi “da riferire alcuna conoscenza utile al processo”. Il collegio ha comunque deciso di raccogliere la testimonianza del Capo dello Stato.
“Siamo assolutamente sereni –ha dichiarato il pm Nino Di Matteo, esprimendosi, in un’intervista esclusiva in onda questa sera sulla tv EuroNews, sulle accuse rivolte al pool antimafia a causa della richiesta di deposizione del Capo dello Statto– perché sappiamo che la verità dei fatti è tutt'altra. Perseguiamo solo la ricerca della verità secondo un'applicazione rigorosa delle regole del diritto e del codice. L'intento è solo quello di approfondire dei fatti, quelli accaduti nel 1992 e 1993, che sono legati alle pagine più buie del nostro Paese”.
Di Matteo ha poi proseguito, dichiarando che: “Secondo noi del pubblico ministero, non tutti hanno detto tutto quello che sapevano, alcuni hanno mentito, altri hanno cominciato a esternare le loro conoscenze soltanto con grande ritardo rispetto ai fatti che avevano conosciuto e molti soltanto dopo che della trattativa avevano iniziato a parlare mafiosi come Spatuzza o figli di mafiosi come Massimo Ciancimino. Speriamo che tutti quelli che sanno si facciano avanti per dire tutto”.
Sono giunti al Quirinale i membri della Corte d'Assise di Palermo insieme al procuratore facente funzioni Leonardo Agueci, momentaneamente messo a capo dei pm fino alla nomina del nuovo procuratore, l'aggiunto Vittorio Teresi, la cancelliera Valeria Bergamini e i pm Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene.
(foto www.adgblog.it)
Elisa Lepone